Agile, sfuggente e quasi mai visto, il gatto selvatico europeo è uno dei segreti meglio custoditi delle foreste italiane.
Il gatto selvatico europeo (Felis silvestris) è un predatore notturno e solitario che vive nei boschi e nelle zone collinari di molte regioni italiane, dall’Appennino centrale fino alla Calabria e alla Sicilia. Non va confuso con i gatti domestici: ha dimensioni leggermente maggiori, un corpo muscoloso e una coda folta con anelli ben definiti.
Questo piccolo felino è estremamente riservato e difficile da avvistare. Si muove silenzioso tra cespugli e sottobosco, caccia piccoli mammiferi, uccelli e rettili, e segna il territorio con feromoni per evitare scontri con altri esemplari. La sua vista e udito acuti lo rendono un cacciatore formidabile, capace di adattarsi a diversi habitat pur rimanendo fedele ai boschi più densi.
Curiosità
Il gatto selvatico europeo può vivere fino a 12-15 anni in natura, ma la mortalità dei cuccioli nei primi mesi è elevata. Il mantello del gatto selvatico è sempre più uniforme e meno maculato rispetto al gatto domestico, con striature più marcate sulle zampe e sulla coda. La specie è minacciata dall’ibridazione con i gatti domestici, che può compromettere il patrimonio genetico dei branchi selvatici.
In Italia, programmi di conservazione condotti da associazioni e università utilizzano trappole fotografiche, monitoraggio genetico e censimenti sul campo per individuare gli individui e proteggere le popolazioni. Alcune riserve naturali in Toscana e Piemonte ospitano colonie stabili di gatti selvatici, diventando laboratori di osservazione per gli ecologi.
Il gatto selvatico europeo è un piccolo gioiello della fauna italiana, simbolo della biodiversità dei boschi e della resilienza della natura. Pur essendo raro e difficile da osservare, la sua presenza indica ecosistemi sani e ben conservati.


