Il pomodoro: un mercato da 5.5 miliardi di euro

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Il pomodoro: un mercato da 5.5 miliardi di euro

In Italia e nel mondo, un prodotto come il pomodoro diventa il più ricercato e lavorato di tutta l’estate. Raccolta e produzione sono condizionate dalla stagionalità lavorativa (si parla del periodo che va esclusivamente da luglio a settembre), ma il lavoro di conservazione permette una maggiore longevità del prodotto sul mercato e una maggiore distribuzione nelle filiere e nei punti vendita.

Tenendo conto della stagionalità e l’intensività del lavoro svolto (contro da non sottovalutare, viste le tempistiche ristrette e la variabilità delle condizioni lavorative per la manodopera), la resa per le imprese specializzate nella raccolta dei pomodori resta comunque alta. Le scarse spese richieste per le strutture e il guadagno immediato (visto che si ha a che fare perlopiù con un prodotto a km 0 facilmente distribuibile al consumatore finale, nei mercatini locali, nei GAS – Gruppi di Acquisto Solidale – o tramite agriturismi e aziende agricole con spaccio diretto) permettono all’impresa di bilanciare ipotetiche perdite derivanti dall’oscillazione dei prezzi e dall’instabilità dei mercati.

Diversa la questione per quanto concerne la conservazione. L’industria conservativa prevede una lavorazione del prodotto per mantenerne longevità e freschezza. Il barattolame non prevede la vendita del pomodoro puro e crudo, bensì delle conserve, dei pomodori essiccati e di quelli surgelati. La differenza nei costi con la raccolta è notevole, dati i costi iniziali elevati per acquisto e manutenzione delle attrezzature e l’ottenimento delle certificazioni necessarie. Di base, però, il margine di guadagno rispetto alla raccolta è maggiore, visto che è più facile tenere sotto controllo i prezzi del prodotto (tendenzialmente diretti verso l’alto) e il lavoro destagionalizzato facilita l’incasso degli utili e la continuità lavorativa.

L’intero comparto italiano è il terzo a livello mondiale alle spalle dei soli Stati Uniti e Cina. Su 45,8 milioni di tonnellate prodotte a livello mondiale nel 2024, l’Italia ha contribuito con 5,3 tonnellate (-2,3 per cento rispetto al 2023), le quali hanno comportato un fatturato di 5,5 miliardi di euro, di cui 3 miliardi derivanti dalle esportazioni (+3,8 per cento rispetto al 2023). Il solo Pomodoro San Marzano, eccellenza del territorio della provincia di Salerno, ha contribuito nel comparto con utili che oscillano tra i 10 e i 15 milioni di euro, che è minore dell’1 per cento del fatturato totale.

Infine, le vendite nella GDO (Grande Distribuzione Organizzata) superano gli 850 milioni di euro, segnando performance in crescita a fronte di un contesto sempre più competitivo a livello internazionale.

In un mercato che prevede una media tra costi e ricavi (sia nella raccolta che nella conservazione) dai 3.000 e i 7.000 euro a ettaro, si tratta di cifre importanti per l’intero comparto nazionale.

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