Il prof in pensione raduna gli ex allievi con le dirette facebook: “lezioni” online su Dante e Manzoni

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Il prof in pensione raduna gli ex allievi con le dirette facebook: “lezioni” online su Dante e Manzoni

di Marianna Vallone

Quando si sono lasciati alle spalle i cancelli del liceo classico di Sapri, decine di anni fa, non avrebbero mai immaginato che molti anni dopo si sarebbero ritrovati tutti insieme ad ascoltare ancora una volta le sue lezioni. Con la differenza che, invece di essere seduti ai banchi di scuola, sono ognuno a casa propria, comodamente sui propri divani. Per Giuseppe Caruso, docente di italiano e latino al Carlo Pisacane di Sapri e preside all’Istituto Leonardo da Vinci, in pensione da qualche anno, la quarantena nell’emergenza Coronavirus è l’occasione per ritrovare quelli che un tempo sono stati i suoi alunni, non solo del golfo di Policastro. Inchiodati ad una diretta Facebook lo seguono da ogni parte del mondo. Chi siano diventati ora passa in secondo piano; se fossero o meno bravi nelle sue discipline anche. Quando parte la live, alle 11 in punto, sono tutti di nuovo adolescenti, con le orecchie tese e il cuore spalancato ad ascoltare emozionati, quasi commossi. Nella prima “lezione” protagonista è stato Dante Alighieri, con la “Preghiera di San Bernardo alla Vergine”, versi 1-39 del XXXIII Canto del Paradiso. Un brano tratto dal Capitolo XXXIV de “I Promessi Sposi,” di Alessandro Manzoni, “La Madre di Cecilia”, diventa invece l’argomento della seconda puntata. Un appuntamento settimanale che non è solo sinonimo di spensieratezza e distensione in un momento storico difficile, ma un tuffo nel passato, in quello che, in fondo, fa quasi parte di un’altra vita. «Se con questa conversazione allargherò di un minimo la vostra conoscenza, me ne riterrò soddisfatto. – dice il Prof – D’altronde la nostra è un’operazione reversibile: anch’io dai vostri commenti ricevo tanto in termini di memorie, passioni, ideali e sogni condivisi. Con una leggera(!) enfasi – parafrasando D’Annunzio – posso ben dire: ‘Io ho quel che ho donato’ (e, fuori parafrasi, molto molto di più!)». Anche noi, Prof.

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