Il Parco vuole risolvere così il problema dei cinghiali: abbattimenti, recinti di cattura e filiera della carne

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Il Parco vuole risolvere così il problema dei cinghiali: abbattimenti, recinti di cattura e filiera della carne

Dopo l’attivazione di 235 nuovi selecontrollori che hanno iniziato la loro attività di abbattimenti selettivi nel territorio dell’Area Protetta, il Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni ha pubblicato due Avvisi di Manifestazione di Interesse. La prima manifestazione di interesse è indirizzata a soggetti pubblici o privati (Comuni, imprese agricole singole o costituite in cooperative o consorzi, allevatori e cittadini) interessati al posizionamento di un dispositivi di cattura temporanei o permanenti per cinghiali.

La seconda manifestazione riguarda l’affidamento del servizio di ritiro, trasferimento e servizio di centro di lavorazione della selvaggina dei capi di cinghiali catturati/abbattuti nell’ambito dell’attività di prelievo selettivo. Il Parco intende così porre le basi per la commercializzazione della carne di cinghiale mediante l’individuazione di un soggetto privato a cui affidare il compito di ritirare le carcasse degli animali abbattuti e il prelievo dei capi catturati che, dopo i necessari controlli sanitari, presso un Centro di Lavorazione della Selvaggina Selvatica riconosciuto ai sensi del Reg. (CE) n. 853/2004, saranno avviati alla macellazione e alla successiva commercializzazione realizzando così il completamento della Filiera della carne di Cinghiale.

Il presidente del Parco, Tommaso Pellegrino, si dice soddisfatto del lavoro fin qui svolto e fiducioso in una risposta adeguata da parte del tessuto socio-economico del Parco da cui può scaturire una sinergia tra pubblico-privato che è la condizione fondamentale per fronteggiare e contenere l’emergenza cinghiali nel nostro territorio.

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