Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti: “Io non ti vedo, ma tu mi vedi?!”

| di
Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti: “Io non ti vedo, ma tu mi vedi?!”

Forse non tutti sanno che a Marina di Casal Velino, in alcune aule dell’edificio della Scuola elementare, è presente una sede rappresentativa della sezione provinciale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Il professore Pasquale Mondelli, rappresentante di zona dell’Unione Ciechi e direttore della sede di Casal Velino, risponde gentilmente ad alcune mie domande, mosso dall’intento di presentare una realtà diversa e sconosciuta ai più.  
D)Professore Mondelli, quando nasce a Marina di Casal Velino la sede rappresentativa dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e qual è il suo scopo?
                                          
R)La sede dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti nasce a Casal Velino il 28 marzo 2006 come rappresentanza di zona della sezione provinciale di Salerno. Le rappresentanze di zona nascono in rapporto alla vastità del territorio della provincia di Salerno, hanno la stessa funzione e gli stessi scopi della sede provinciale e rispondono all’esigenza specifica di portare l’Unione Ciechi ai ciechi, cioè essere sempre più vicini alle persone non-vedenti e ipovedenti attraverso la formazione e l’assistenza di quest’ultime, in particolare dei bambini.

D)Quante sedi rappresentative dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti esistono nella provincia di Salerno e quale territorio comprende la sede rappresentativa di Casal Velino?      
R)Esistono circa dieci rappresentanze di zona dell’Unione Ciechi nell’ambito della provincia di Salerno. La rappresentanza di Casal Velino comprende i Comuni situati nel tratto costiero che si estende da San Mauro Cilento ad Ascea, spingendosi nell’entroterra fino ai Comuni del Monte della Stella.

D)Mi scusi la domanda, forse abbastanza ovvia, ma quanti sono i membri dell’Unione Ciechi di Casal Velino e quali requisiti sono necessari per farne parte?                                                                                                                                                                                                                                                      R)Non lo auguro a nessuno… Ma bisogna essere ciechi o ipovedenti per fare parte di una rappresentanza di zona che, in effetti, funziona come un’associazione, con un sistema di tesseramento soci e una serie di servizi di assistenza e formazione offerti gratuitamente alle persone non-vedenti. Attualmente, la rappresentanza di Casal Velino conta circa 20 soci, tra ciechi e ipovedenti.

D)Potrebbe indicarmi i principali servizi che la rappresentanza di zona offre alle persone non-vedenti?                                                                                                         R)Dunque, innanzitutto vengono offerti servizi di segretariato sociale, come il disbrigo di pratiche di pensione, di indennità di accompagnamento e di agevolazione fiscale. Inoltre, vengono offerti servizi di consulenza oculistica gratuita, di consulenza fiscale e previdenziale e di consulenza legale, oltre a servizi culturali ed assistenziali. A tal proposito, colgo l’occasione per sottolineare le forti difficoltà economiche in cui ci troviamo ad operare e l’importanza di donare il cinque per mille all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Non sempre, infatti, i familiari di persone non-vedenti dispongono di risorse adeguate per la formazione, l’istruzione e l’assistenza dei propri cari. Ci sono tante spese a cui far fronte e c’è assoluto bisogno di finanziamenti per sostenere le persone non-vedenti, specialmente i bambini, e permettere a quest’ultime di vivere una vita degna di essere vissuta!

                                                                                                                                                       
D)Nel corso di questi anni, sono state organizzate attività specifiche o manifestazioni particolari?                                                                                                            R)Per R)Quanto riguarda le attività promosse, poiché la rappresentanza di Casal Velino è una delle sedi operative ed amministrative del CENTRO REGIONALE TRASCRIZIONE BRAILLE UICI per la Campania, nel corso di cinque anni sono state svolte 180 ore di corsi di formazione per insegnanti di sostegno, operatori sociali e semplici interessati. Inoltre, vengono svolte regolarmente visite oculistiche gratuite nei quattro asili del comune di Casal Velino e dei comuni limitrofi, tramite il camper dell’Unione Ciechi, con gabinetto oculistico e oculista a disposizione per effettuare controlli ai bambini e svolgere un’indispensabile attività di prevenzione.
Tra le manifestazioni organizzate, nel 2006 si è svolto il “Raid nazionale di pedalò”, che ha visto un consistente gruppo di non-vedenti impegnato in una passeggiata in pedalò, con partenza da Acciaroli ed arrivo a Sapri. Invece nel 2010, ripercorrendo in pedalò la rotta dei Focei, con partenza da Paestum e arrivo ad Ascea, è stato organizzato il “Raid nazionale di pedalò”. Ogni anno poi, già da tre anni, viene organizzato un campo scuola tra la fine di agosto e gli inizi di settembre, al villaggio “Olimpia” ad Ascea, per bambini pluriminorati provenienti da tutta la Campania, con attività di ippoterapia, musicoterapia e nuoto.
Parla con molta passione ed energia dei servizi, delle attività e delle manifestazioni promosse dall’Unione Ciechi di Casal Velino…

D)Quali emozioni le trasmette il suo mestiere, se così possiamo chiamarlo, considerata la sua profonda vocazione?
R)Faccio questo lavoro perché ci credo, per me è una specie d’ideale… Nella vita sono spesso gli ideali che spingono ad agire e a cercare di fare qualcosa di utile per gli altri. Solitamente, chi ha un problema sviluppa una sensibilità sottile, capisce in maniera più profonda i problemi e i bisogni della gente e si preoccupa di preparare il terreno a chi verrà, come chi c’è stato prima ha preparato il terreno a chi è venuto dopo! Credo nel mio lavoro e, pur essendo non-vedente, penso spesso alle persone più sfortunate di me… Io sono stato fortunato, ho studiato e ho conseguito una laurea in pedagogia, pur avendo sofferto tanto per le mie condizioni, per quel senso di emarginazione che ho spesso avvertito negli ambienti che ho frequentato. Una persona non-vedente è spesso considerata una nullità, una persona da evitare o da compatire. Voglio lanciare un messaggio positivo a tutte le persone vedenti che hanno forti pregiudizi nei confronti dei ciechi e, nel contempo, voglio rivolgermi a tutte quelle persone non-vedenti che si sentono vittime del proprio handicap: una persona non-vedente vive con delle limitazioni, è chiaro… Ma, il più delle volte, queste limitazioni sono quelle che la gente ci attribuisce e possono essere superate! Le persone non-vedenti, così come tutte le persone diversamente abili, non vogliono il pietismo e la commiserazione della gente, non cercano privilegi camuffati da diritti, ma diritti veri e propri, che spettano per costituzione! Noi vogliamo soltanto vivere la vita con quella dignità e quella personalità con cui ogni vita merita di essere vissuta!

Il professore Pasquale conclude l’intervista citando lo slogan-manifesto ideato dal fotografo Oliviero Toscani per il novantesimo anniversario dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti: “Io non ti vedo. Ma tu mi vedi?”… Una domanda volutamente provocatoria, rivolta a tutti i cittadini, per invitarli ad una profonda riflessione sui comportamenti individuali e collettivi di una società poco attenta ai bisogni dei più deboli, una società che ha gli occhi per vedere ma che in realtà non vede, distratta da tanti stimoli che la portano lontano dai problemi quotidiani del diversamente abile e, in questo specifico caso, della persona non vedente o ipovedente.                                                 Con questa citazione che mi ronza nella testa, con il cuore carico di una gioia insolita e di una profonda stima e gratitudine nei confronti di una persona che mi aveva letteralmente regalato un insegnamento di vita, mi allontano verso l’uscita, dove ci attende il signor Nicola, un nonno generoso e paziente, amico del professore Pasquale, che ogni sabato ci fa compagnia e ci assiste durante il corso di Braille. Il professore si rivolge al nostro amico con quella complicità affettiva che traspare chiaramente nel corso delle lezioni: “Nicó, dici a questa ragazza che un non-vedente può anche giocare a carte, e persino vincere”! Poi mi guarda, perché lui sa guardare le persone con gli occhi del cuore, e mi dice: “Tu sei una persona sensibile, lo avverto… Ti faccio vedere il pallone di calcio per i non-vedenti, ci sono dei campanellini dentro per segnalarne la presenza davanti ai giocatori”… Poi, riconoscente per l’attenzione che gli ho mostrato e per il tempo che gli ho dedicato, mi conceda sorridendo: “Oggi è sabato, e il sabato si esce! Vai, altrimenti fai tardi”…                             Il mio sabato, in realtà, solo in quel momento aveva trovato il suo senso!

Consigliati per te

©Riproduzione riservata