Anche nel Cilento la barca di San Giovanni: il rito contadino che legge il futuro tra acqua e albume
| di Luigi Martino
Nel cuore delle tradizioni del Sud Italia, nella notte tra il 23 e il 24 giugno, si rinnova un rito semplice e antico: la “barca di San Giovanni”. Un’usanza popolare tramandata di generazione in generazione, che unisce religione, superstizione e osservazione della natura.
Non servono grandi preparativi: basta un contenitore trasparente, dell’acqua e un albume d’uovo. Il bianco viene versato delicatamente nell’acqua e il recipiente viene lasciato all’esterno, esposto alla rugiada notturna e ai cambi di temperatura. Al mattino, al risveglio, l’albume assume forme filamentose che – secondo la tradizione – ricordano le vele spiegate di un veliero. È proprio in questa figura che si legge simbolicamente il futuro.
Le “vele” ben distese e leggere sono considerate segno di buon auspicio: si prevedono abbondanza, prosperità, salute e buone notizie. Se invece le vele sono rade o assenti, la lettura suggerisce difficoltà in arrivo, piogge o raccolti scarsi.
Una tradizione antica, tra fede e osservazione
Diffusa soprattutto nelle campagne del Sud, ma presente in varie forme in tutta Italia, la barca di San Giovanni ha origini contadine. In un’epoca in cui non esistevano previsioni meteorologiche, era la natura a guidare il lavoro dell’uomo. Così, il comportamento dell’albume, influenzato dall’escursione termica e dall’umidità notturna, divenne un piccolo oracolo domestico.
Nonostante il tempo e il progresso, questo rito ha mantenuto intatto il suo fascino. In molti borghi, la sera del 23 giugno, è ancora usanza coinvolgere bambini e adulti nella preparazione del bicchiere. È un momento di comunità, di racconto, di ritorno alla semplicità.
Un legame con la terra e le radici
Oggi, mentre tutto corre veloce, la barca di San Giovanni resta un gesto lento e silenzioso, capace di riportare chi lo compie a un tempo in cui la natura parlava e l’uomo sapeva ascoltarla. Non importa se si creda o meno al responso: ciò che conta è il valore del rito, il legame con le proprie radici, la bellezza di guardare un’alba d’estate cercando una vela nel bianco di un uovo.
Un piccolo miracolo che ogni anno si ripete, tra le colline e le coste del Mezzogiorno.
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