Le Grotticelle a Caggiano si conferma tra le migliori pizzerie in Italia per gusto e sostenibilità

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Le Grotticelle a Caggiano si conferma tra le migliori pizzerie in Italia per gusto e sostenibilità

Angelo Rumolo si conferma con Le Grotticelle al top in Italia posizionandosi al dodicesimo posto di 50 TOP PIZZA 2022, la classifica delle migliori pizzerie d’Italia stilata da 50 Top Pizza, la guida più influente del mondo della pizza, ideata e curata da Barbara Guerra, Albert Sapere e Luciano Pignataro, e per il secondo anno consecutivo viene confermato il Forno Verde per la Sostenibilità.

Solo una settimana fa anche la sua pizzeria al taglio Grotto Castello –sorella maggiore di “Le Grotticelle” situata nel centro storico di Caggiano- si era posizionata al 14 posto nella guida “Le 50 Migliori Pizze in Viaggio in Italia 2022”, sezione riservata alle pizzerie da taglio e d’asporto.

Un prestigio raggiunto a suon di impasti a lunga lievitazione e materie prime locali di indiscussa qualità, un lavoro costante portato avanti con estrema attenzione ogni giorno insieme alla sua inseparabile brigata familiare. Qualunque sia la location e qualunque sia il prodotto portato in tavola, la costante è una: l’incredibile viaggio sensoriale che la “Rumolo Experience” regala ai suoi clienti. 

Lo dimostrano le sue fragranti pizze al taglio con le loro intriganti e golose farciture, da acquistare per l’asporto da Grotto Castello, e lo dimostrano le futuristiche pizze della selezione Foraging da assaporare nella sontuosa sala de Le Grotticelle.

Angelo Rumolo raccoglie i frutti del suo passato, e al contempo semina il futuro della pizza con accostamenti audaci eppure sempre equilibrati, segni delle nuove contaminazioni culinarie a cui Angelo guarda con vivace interesse.

Gli importanti riconoscimenti ottenuti -dice Rumolo- sono sicuramente un motivo di orgoglio, ma sono soprattutto la conferma che il duro lavoro ripaga e che la strada intrapresa è quella giusta: ho sempre ambito a realizzare qualcosa di diverso, una pizza non solo buona ma che raccontasse qualcosa. Ora credo ancora di più in quest’idea che voglio portare avanti con ancora più forza.”

Angelo Rumolo – pastore per tradizione, pizzaiolo per passione

Breve storia.

Dopo il diploma conseguito all’istituto alberghiero – anzi, già da prima – avevo manifestato interesse per l’arte della pizza e mosso dalla curiosità di imparare ho cominciato ad affiancare mio zio in quella che era la pizzeria di famiglia, Grotto Pizzeria Castello, che mio padre e mio zio avevano aperto nell”83 all’interno dell’antico castello di Caggiano. 

A Caggiano, come nell’intero territorio compreso tra il Cilento e la bassa Lucania, la pizza è leggermente più croccante e “rustica” rispetto alla napoletana classica, ma amando molto anche la pizza partenopea mi piaceva l’idea di creare uno stile tutto mio, che fosse il risultato dell’incontro tra la tradizione cilentana e quella napoletana.

Il percorso concettuale che è alla base della mia pizza richiama il viaggio attraverso i sentieri battuti dal gregge che la mia famiglia portava a pascolare. Per me il viaggio del pastore ha in sé una suggestione difficile da spiegare a parole, che preferisco raccontare attraverso la mia pizza. 

Per me la cucina e la panificazione sono cultura, emozione, condivisione della storia che non è solo la storia personale ma la storia di un territorio. Il mio essere un “pizzaiolo bucolico”, come mi piace considerarmi, altro non è che un’evoluzione delle mie origini e dei miei ricordi visti con occhi contemporanei. Nella pizza che preparo, partendo dalla scelta dei grani utilizzati fino a quella delle materie prima che andranno a condirla, c’è il bagaglio di saperi e sapori conosciuti nel cammino di quel bambino che accompagnava il nonno Angelo al pascolo sù per le montagne. 

Quel cammino di un pastore che poi è una metafora del cammino della vita, perché porta con sé il cambiamento, che è insito nella natura umana: e così io, che provengo di una famiglia di pastori, ho trasformato l’eredità storica avuta in dono dai miei antenati in una più ampia passione per tutto il mondo rurale, e per il modo in cui questo mondo disegna le abitudini alimentari della gente che lo abita. In fondo, si sa, la cucina è un vettore dell’identità culturale di un luogo e del suo popoli, e nell’avvicinarmi al mondo della pizza ho fin da subito avuto un chiaro obiettivo: volevo che le mie mani impastassero passato e presente per dar vita alla pizza del futuro. 

Molti degli accostamenti presenti sulle mie pizze derivano dagli ingredienti base dell’alimentazione dei pastori e su una loro trasposizione al presente, ma anche dal rispetto dei ritmi della terra e dunque della stagionalità delle materie prime. Quello stesso moto stagionale che segnava il tempo delle primizie e delle famiglie dei pastori – in cui gli uomini portavano il gregge fuori e le donne restavano a casa per occuparsi dei campi- è infatti ancora oggi presente nella mia pizza. Del resto la pizza che mi valse il primo premio nella specialità “Pizza di Stagione” al Campionato mondiale del pizzaiolo, nel lontano settembre 2014, era proprio ispirata ad un piatto semplice ma buonissimo che mio nonno amava mangiare: patate cotte sotto la cenere e poi schiacciate, con pancetta, scamorza di Caggiano e abbondante tartufo nero, quest’ultimo il mio tocco personale.

La natura mi affascina e la terra mi richiama alle mie radici: ecco perché non è raro vedermi in giro per boschi a raccogliere erbe di montagna, fiori, funghi, asparagi, tartufi e nocciole che poi uso per condire le mie pizze, che sono un vero e proprio elogio del territorio.

Anche la scelta di utilizzare farine di grani coltivati qui, come pure molti salumi e formaggi di produttori locali è una precisa volontà dettata dal desiderio di valorizzare e far conoscere l’incredibile ricchezza del Cilento in termini di tradizioni culinarie. Mi piace pensare che ad ogni morso dato alla mia pizza cresca, nelle persone, la consapevolezza dell’incredibile varietà che solo le aree rurali sono riuscite a conservare nella lotta contro il tempo, che per decenni ha imposto un’omologazione di gusti, causandone l’inevitabile impoverimento. Mi ritengo fortunato ad essere nato e cresciuto nel Cilento interno, la montagna mi ha dato tanto, ed il mio modo per ringraziarla è renderla protagonista nelle mie pizze.

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