Scarano: a Pitto “lo feci sindaco. Mi toccò insegnargli il mestiere. Al ‘condannato’ Gambino, voto inutile, renderebbe incostituzionale la proclamazione”
| di RedazioneDopo una prima lettera dell’avvocato Adolfo Scarano che puntava il dito contro Pitto e rispondeva sulla questione sollevata da Cobellis, a proposito della ‘non titolarità’ di Scarano di scrivere per suo conto, pubblichiamo integralmente la nuova lettera che ci ha inviato. Fa seguito alla risposta pervenuta a firma di Antonio Troccoli, Pitto, che stigmatizzava il comportamento dell’avvocato di Camerota, definendolo ‘diffamatore’
Caro Direttore, mi tocca ancora una volta rivolgermi a codesta
Spett.le testata per rendere chiara a tutti , anche a chi si
finge cieco, dei punti rilevanti del quadro politico di Camerota
che assurgono ad una rilevanza inaspettata per l’intreccio di
fatti locali con quelli provinciali e finanche regionali.
Con garbo, Le chiedo quindi, di pubblicare questa mia in risposta
alla inconsistente dichiarazione effettuata da Pitto, già ex di
tante cose, promettendoLe — per quanto mi riguarda e per quanto
possibile — che sarà l’ultima.
In primo luogo devo complimentarmi con il detto che finalmente ha
trovato quel coraggio che mai ha avuto – benché quotidianamente
da me attaccato nei comizi — nel corso delle elezioni provinciali
del 2009, se non alle ore 11,45 del venerdì sera precedente il
giorno delle elezioni, sì , proprio allorquando , dando sfoggio di
tutta la sua inconsistenza politica … gli fu strappato da
giuste mani il microfono.
Il nostro, infatti, non sapendo cosa dire riandava agli anni
ottanta, re-interpretando i fatti — more solito — a suo modo onde
poter dar loro il lato << a lui più utile al momento >>,
dimenticando il resto alquanto sgradevole e indigesto.
Infatti, una volta che lo feci sindaco, mi toccò insegnargli il
mestiere; condurlo a Roma; introdurlo nelle case; finanche
suggerirgli cosa dire … Antonio e Antonio, ricordate le volte che
abbiamo dovuto suggerirgli le cose da dire ?
Allora per il nostro ero … Avvocato.
Colpito dalla sindrome sindachese,non disdegnava andare a …,essendo io
timorato di Dio e benché scapolo.
Da quel tempo in poi ha imparato a fare, in modo sublime, la
quaglia e a prendere senza dare, prendendo ciò che può e usurpando
meriti altrui, dote quest’ultima che ha imparato, si può dire,
fin dalla nascita.
Una dote gliela devo riconoscere: non potendo dire nulla sugli
altri , o tace o denigra.
Cosa volete farci, da un lato pesano le troppe contraddizioni,
dall’altro è la sua indole.
Così , più che avvocato sarei un diffamatore.
Forse ho letto male tutte le numerosissime volte che ho letto
il suo nome affisso sulle porte delle aule di udienza penale del
Tribunale di Vallo della Lucania ?
Quando all’essere più diffamatore che avvocato, ebbene , per lui che
è esperto di cose giuridiche , sa come difendersi. Io gli
consiglierei , per un più equo e giusto giudizio, di andare a dare
una guardatina su internet cliccando il mio nome e scoprirà che
sono noto come … Avvocato!-
Non solo, sono noto anche come Petronio arbiter, sì, quel patrizio
romano che passava in mezzo al fango senza sporcarsi.
Ma io lascio sempre i portoni spalancati, e allora domando: ci dica
una sola cosa di cui egli può dire di andare orgoglioso dei suoi
lunghi anni di attività politica.
Aver trovato il coraggio di farsi sentire, credo che significhi che
la posta in gioco è alta, molto alta.
Quanto al resto, finalmente di natura politica , mi tocca dire
che vi è un onestà che va al di là di quella corrente e
normale, che innalza gli uomini che la perseguono in ogni
istante della loro vita , mentre per coloro che ne sono sprovvisti ,
ahiloro, umilia lo stesso essere umano: parlo dell’onestà
intellettuale che non appartiene a tutti, perché richiede
intelligenza, senso della giustizia , amore verso il prossimo,
spirito di servizio, desiderio di uguaglianza , il comune sentire
con chi ci è intorno , il rispetto degli altri che si traduce nella
lealtà verso gli altri, soprattutto verso un popolo, soprattutto
verso il proprio popolo, quello del Cilento.
E’ leale chi fa del salto della quaglia lo sport preferito? Senz’altro No!
Andando più sopra, è leale chi in una competizione elettorale ,
dovendo essere super partes, per la carica che ricopre, indica
chi votare a scapito degli altri? Senz’altro No!
Ebbene , il tuonante Cirielli , nel 2009, pur candidato alla
Presidenza della Provincia di Salerno, posizione che lo avrebbe
dovuto rendere equidistante da tutti, ebbe modo di tradirli tutti
indicando solo un simbolo su 17 da votare benché collegati alla
sua candidatura, quello del PDL.
Essendogli piaciuto il gioco, il detto, nel continuo sussulto di
onnipotenza, lo ha ripetuto anche in queste elezioni regionali:
così, su 77 candidati presenti nelle 7 liste collegate nella
Provincia di Salerno al candidato Presidente della Campania , On.le
Stefano Caldoro, il Cirielli – che dovrebbe essere il Presidente
di tutti — indica a destra e a manca che gli spiriti eletti
da votare sono solo 5 , cinque, di cui 4 del PDL ed uno del
MPA ( quello del siciliano Lombardo ), cioè una lista diversa da
quella del PDL.
Ora è il momento di fare diverse riflessioni, e di dire il vero
anche nel PDL, visto che gli ultimi arrivati trovano le sponde
giuste per risultare primi.
Se il Presidente della Provincia ritiene essere giusto indicare
solo 5 nomi su 77 e uno di essi non del suo PDL, credo che a
maggior ragione un piccolo elettore di provincia, lontano dai
poteri , visibili ed occulti, fondatore con pochi altri di F.I.,
possa ben dire oggi: votate Luigi Cobellis anche se è dell’UDC,
senza alcun discrimine degli altri ( fin qui), e ciò per il
rilevantissimo motivo che il Dott. Cobellis , oltre ad essere
persona seria, preparata, che si pone già a servizio della gente per
la sua attività, per cultura, etc., ha una caratteristica che in
questo momento è senza ombra di dubbio quella che deve essere
prevalente: Egli è CILENTANO.
Gli altri sono solo … conquistatori.
Io credo che sia questo il momento di ridare il Cilento ai
Cilentani e non svenderlo ai primi venuti da oltre il Sele e men
che meno a chi è oltre lo stadio Arechi.
Poi, è del tutto estraneo al Popolo della Libertà la sola idea
di candidare un condannato (fin qui) per peculato come Gambino.
Il garantismo è valido fino all’emissione di sentenze, oltre non
più. Si possono accettare anche condanne , ma solo per fatti di
natura privata, ma non quando è coinvolto un Ente pubblico .
Invero, la gente deve sapere che il detto candidato è stato
condannato dalla C.d. A. di Salerno, in data 26 febb. per il reato
di peculato — cioè uno dei due reati contro la Pubblica
Anministrazione — : in questo caso il condannato — ai sensi
dell’art. 317-bis c.p. — viene condannato < anche > alla <
interdizione temporanea > dai pubblici uffici.
Ciò vuol dire che Gambino, anche se dovesse essere eletto , non
potrà fare il Consigliere Regionale.Se ciò è vero, ed è vero —
atteso che Gambino ha dovuto lasciare la carica di Sindaco di
Pagani — , questa è Storia e non diffamazione.
Semmai è dire il contrario che è una presa per i fondelli del
Popolo sovrano.
Ciò significa, dunque, che dare il voto a Gambino è un voto
per certi versi inutile ( non potrà fare il Consigliere per un certo
tempo )ma — a mio avviso — anche pericoloso, e la
responsabilità sarà tutta di Cirielli che lo ha voluto ( a
proposito … perché?).
Invero, io sono dell’avviso che la eventuale elezione di Gambino
porrà al Popolo della Libertà e a Stefano Caldoro un problema
grande quanto il Vesuvio : infatti, Gambino, anche se eletto, non
potrà accedere alla carica di Consigliere Regionale.
Qualcuno dirà che potrebbe essere sostituito da chi lo segue in
lista; io ritengo di no e ciò per un semplice motivo: essendo egli
interdetto, non potrà essere proclamato Consigliere e quindi non
potrà essere neanche sostituito, avendo egli comunque il diritto
che gli deriverebbe dal suffragio popolare. Cosa potrebbe
succedere, dunque ?
Una cosa rimarrebbe certa, quella che il Consiglio della Regione
Campania sarebbe formato da 59 Consiglieri , cioè un numero di
Consiglieri inferiore a quello che la legge statuisce (60) ,
rendendo probabilmente impossibile , perché incostituzionale, la
proclamazione.
Io pongo questi interrogativi, altri più esperti di me nella
materia diano una risposta.
Se poi Pitto si vanta di essere suo referente, ebbene mi consente di
dare,qui e ora momento, un giudizio politico: invero, il senso
dell’opportunità avrebbe dovuto consigliare ben altro.
L’elettore maldestro, però, non dica poi che i politici sono ….
Tutti uguali.
Qui Radio Londra. Cordialmente . Avv. Adolfo Domingo
Scarano Marina 24.03.10
©Riproduzione riservata