Licusati nel Mondo: ecco il giornalismo di prossimità dove ancora si consumano le scarpe e non solo

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Licusati nel Mondo: ecco il giornalismo di prossimità dove ancora si consumano le scarpe e non solo

Come ha ricordato Papa Francesco, con la sua capacità di parlare alle folle, nell’epoca in cui viviamo c’è bisogno di «un’informazione di prossimità, fatta da gente buona» soprattutto in zone «difficili» come il Cilento. C’è bisogno di radicamento sul territorio, di capacità di rivolgerci alla gente che abita i territori, di notizie che aiutino a riconoscersi come comunità nella vita quotidiana, nella realtà che la gente vive, ascoltando la mente e il cuore ma cercando di non assecondare la pancia. C’è poi da tener conto che chi fa questo mestiere, qui giù, non è visto come un qualcuno che fa un mestiere. E quindi occorre una comunicazione che chiama alla relazione, per cui è grazie al fatto che ti riconosco che tu diventi credibile. E a queste logiche risponde un uomo che ha da poco superato i sessant’anni ed è partito dal basso. Un tizio molto alla mano, disponibile con tutti, che qualche anno fa pochi cercavano e che ora è diventato indispensabile per la comunità. E non solo.

Gioacchino Cavaliere è ovunque a Camerota. Al mattino è operaio in un villaggio turistico della zona; dal pomeriggio, invece, si trasforma in bracciante infaticabile dell’informazione. E lavora fino a notte fonda. La sua missione è molto nobile. E a noi molto utile. Ma, allo stesso tempo, non riconosciuta da tutti. E’ partito da zero, muovendo i primi passi quasi per gioco, e ora, ad ogni evento, ad ogni incontro, c’è lui, con le telecamere, i manfrotti e passione a barilate. I microfoni delle piazze non s’accendono se Gioacchino non da’ il via. E a quel punto parte la diretta sulla pagina Facebook di ‘Licusati nel mondo live’ e un’altra telecamera è pronta a registrare per un’eventuale differita. «Non sia mai la diretta s’inceppa e i giga finiscono, ho un filmato buono da caricare in nottata». Lui è così, premuroso, attento. Ma non solo verso se stesso o la sua pagina, ma porta rispetto per chi vive lontano e ripone le proprie speranze nel suo operato. «Non li posso deludere», dice.

Al giorno d’oggi la sfida che i cambiamenti tecnologici pongono a giornalisti e redazioni è sempre viva. Siamo raggiunti da un’informazione molto spesso a pagamento che non passa attraverso il filtro di un giornalismo che segue in toto la deontologia. Gioacchino invece non ha bisogno di contributi pubblici, né tantomeno di «spellare» qualcosa ai privati. C’è chi lo aiuta, questo sì, ma lui in cambio passa la pubblicità nei suoi filmati che, ormai, collezionano migliaia di visualizzazioni sul web. Dalla pianura Padana alla Maremma Toscana, da Londra alla Germania fino alla punta estrema della Sicilia: i camerotani che vivono lontano da Camerota aspettano davanti agli smartphone e ai pc il collegamento di ‘Licusati nel mondo live’. Che poi, questo ‘Licusati nel mondo’, ha anche dei collaboratori, tutti volontari, ai quali Gioacchino di tanto in tanto apre le porte della sua redazione: «Qui passo le mie notti a montare e caricare i filmati e a sistemare le migliaia di fotografie – spiega al giornaledelcilento.it mentre mostra i suoi quattro computer e le sue reflex datate che custodisce con gelosia per collezione -. Presto le chiavi a chiunque voglia lavorare nel campo dell’informazione e viene qui per scrivere, per inviare mail o per fare altro». E quando qualcuno gli chiede il tempo che ha impiegato per mettere su la redazione lui risponde: «All’inizio non c’era nemmeno il pavimento. Qui ho fatto tutti i lavori di carpenteria, mentre l’elettricista, ad esempio, mi ha dato una mano e io ho ricambiato con un favore».

A Licusati si usa spesso fare così: io do qualcosa a te, tu prima o poi ricambi con qualcos’altro. E Gioacchino ogni tanto riceve in regalo una macchina fotografica da un imprenditore o una telecamerina. «Ad esempio quando vado a comprare un faretto in ferramenta – rivela mentre scatta fotografia alla sagra del paese – il proprietario applica uno sconto sul totale e io mi faccio dare il bigliettino da visita che mando in onda nelle aperture dei miei video». E quando in campagna elettorale ci sono più comizi alla stessa ora in diverse frazioni? «Semplice, nomino editor della mia pagina cittadini comuni e li forniscono di batterie, manfrotto e giga per mandare in diretta quell’evento al quale non posso partecipare». Molti, infatti, assieme a Gioacchino, hanno imparato in fretta a smanettare sui social e a mostrare a tantissime persone un fatto in diretta. Gioacchino è quindi una redazione che cammina, un’umile scuola di giornalismo di strada che fornisce mezzi e consigli. A Gioacchino lo vedi sommerso nella folla armato di cinepresa e macchina fotografica. Poi lo trovi al villaggio che rassetta i viali e fa manutenzione ai villini. E quando la moglie lo cerca, è sicura di raggiungerlo nella sua redazione, e lo trova con le cuffie e montagne di giga di contenuti multimediali da sistemare. Gioacchino ha regalato al Cilento un nuovo modo di fare giornalismo. E’ ora che il Cilento regali a Gioacchino almeno un briciolo di riconoscenza.

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