Nel Cilento poliglotta record, ha 24 anni e conosce 12 lingue

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Nel Cilento poliglotta record, ha 24 anni e conosce 12 lingue

di Antonio Vuolo

Dal nord al sud, tra studio e lavoro, con diverse esperienze anche all’estero che, oggi, mette al servizio anche della sua terra, il Cilento. E’ la storia di Francesco Bruno, 24 anni, di Agropoli, ma ormai da cinque anni trapiantato a Torino, dove nel 2019 si è laureato in Mediazione Linguistica. Già, le lingue straniere, la sua più grande passione, che oggi gli consentono di recitare un ruolo importante nell’azienda di famiglia. Papà Bruno, infatti, oltre ad essere un imprenditore edile, dirige la struttura turistica “I Giardini dell’Olimpo” a Capaccio Paestum, dove Francesco è il punto di contatto principale con i tanti stranieri che scelgono il Cilento e la struttura per rilassarsi.

«Ora sto studiando comunicazione internazionale per lingue straniere e sto preparando la mia laurea magistrale. Studio materie come marketing, diritto internazionale, traduzione e diritto commerciale» ci racconta Francesco che, nel suo percorso di formazione, può vantare la conoscenza di ben 12 lingue. «Faccio studi specifici sulle lingue slave» aggiunge il 24enne che parla, tra le varie lingue, anche il portoghese e il russo. La prima esperienza importante, all’età di 18 anni, l’ha fatta in Bulgaria come interprete. «Proprio in Bulgaria ho deciso di fare l’interprete, mi piace molto. Poi, ho avuto la possibilità di lavorare per un azienda polacca due anni fa. Anche questo episodio mi ha dato varie emozioni perché è stato un modo di rompere il ghiaccio e di avere una visione più concreta di ciò che volevo fare» sottolinea il giovane cilentano.

Ma non finisce qui. «E’ importante credere in se stessi e non arrendersi mai – conclude Francesco – Oggi sono felice anche di poter aiutare mio padre, la mia famiglia nel portare avanti un’attività turistica, cercando di dare sempre il massimo del comfort e dell’ospitalità ai visitatori. Credo che con passione e forza di volontà si possa fare tutto, anche restare nella propria terra per costruire qualcosa di importante».

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