Nove giorni di ricerche e nove punti oscuri sulla morte di Simon Gautier

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Nove giorni di ricerche e nove punti oscuri sulla morte di Simon Gautier

Simon Gautier avrebbe potuto essere salvato? E’ la domanda che in queste ore, dal ritrovamento del corpo senza vita del 27enne, si fanno i familiari e gli amici, sulla quale si arrovellano gli stessi soccoritori e alla quale risponderanno gli inquirenti con una inchiesta aperta dalla Procura di Vallo della Lucania. Il turista francese, scomparso dalla zona del Golfo di Policastro (Salerno) dal 9 agosto scorso, è morto dopo esser riuscito a chiamare i soccorsi, a spiegare al centralinista del numero unico per le emergenze di esser caduto ed avere entrambe le gambe rotte. Ma non aveva idea di dove si trovasse, confidava forse che qualcuno dall’altra parte della cornetta avrebbe potuto farlo al suo posto. E, chissà, in quel dirupo non aveva la possibilità di condividere la posizione in chat tramite messaggistica whatsapp.

Impossibile geolocalizzare le chiamate d’emergenza. Pur essendo esplicitamente previsto dal decreto del ministero dello Sviluppo Economico del 12 novembre 2009, manca in Italia un sistema di geolocalizzazione che permetta di individuare nell’immediato chiunque richieda un soccorso dal proprio cellulare. “Per le chiamate alla centrale operativa del 118 risponde la sede di Potenza. Quella telefonata effettuata da Simon Gautier venerdì 9 agosto per chiedere aiuto è stata sicuramente smistata alla nostra centrale, perché unica, dai carabinieri di Lagonegro, ma è impossibile geolocalizzarla, è possibile visionare solo il numero di telefono del chiamante” ha detto all’Adnkronos la dottoressa di turno, medico di centrale del servizio 118 emergenza urgenza. 

Il disperato grido d’aiuto di Simon e l’sms andato a vuoto. Risale al 9 agosto scorso l’appello disperato al 112: “Sto morendo di dolore, sono caduto in una scarpata, ho le gambe rotte, aiutatemi, vedo il mare ma non so dove mi trovo”. Dopo quella telefonata il 118 ha provato a ricontattarlo più volte, ma Simon non ha mai risposto. Vano anche il tentativo di rintracciarlo tramite sms: se il turista francese avesse visualizzato il messaggio i soccorritori avrebbero avuto qualche elemento in più utile alla sua localizzazione.

L’escursionista in un percorso “non ufficiale”. La notte precedente la sua scomparsa il giovane escursionista francese aveva dormito sulla spiaggia di Scario. La mattina dopo, alle 6, si era incamminato per l’escursione: voleva raggiungere Napoli attraverso un percorso di trekking poco battuto. Ma, come ha spiegato lui stesso all’operatore del 118, dopo poco si è perso, finendo in un sentiero chiuso da rocce dalle quali il 27enne sarebbe caduto una volta, poco prima della chiamata al 112, e una seconda, forse letale, sbattendo la testa e perdendo i sensi. 

Tracce di sangue da esaminare. Sono ancora da esaminare le tracce di sangue ritrovate sulla spiaggia della Molara nell’ambito delle ricerche dell’escursionista. I campioni sono stati trasportati al laboratorio dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania e andrà verificato se appartengono al 27enne ritrovato senza vita nove giorni dopo la sua scomparsa.

Il presunto ritardo dei soccorsi. Dalla chiamata fatta da Simon con il proprio cellulare al numero unico per le emergenze al ritrovamento del corpo sono passati nove giorni. La salma, recuperata solo oggi, era in un burrone difficilmente accessibile nella zona di Belvedere di Ciolandrea, nel comune di San Giovanni a Piro, nel salernitano. Il terreno era franoso ma secondo alcune ricostruzioni, riportate anche dal quotidiano Le Figaro, la telefonata del ragazzo al Nue è arrivata alle 9 del mattino del 9 agosto, mentre il primo elicottero si sarebbe alzato in volo solo dopo le 12 del 10 agosto, più di 24 ore dopo. Notizia poi smentita dal 118 della Basilicata che ha spiegato di aver inviato una prima ambulanza e un’auto dei carabinieri poco più di un’ora e mezza dopo la telefonata di Simon, ma senza trovare l’escursionista. 

La famiglia avvisata solo tre giorni dopo la scomparsa. La famiglia del giovane sarebbe stata avvertita solo il 12 agosto. “È stato inoltre necessario attendere una settimana – si legge su Le Figaro – affinché il comune di Policastro trasmettesse le immagini delle telecamere di sorveglianza” che mostrano Simon a Policastro da solo mentre acquista delle bottigliette d’acqua poco prima delle 17 dell’8 agosto.

Le immagini della videosorveglianza diffuse il 17 agosto. Ci sono voluti otto giorni perché venissero diffusi alcuni frame delle telecamere di videosorveglianza del comune di Santa Marina (Salerno) che riprendono l’arrivo di Simon Gautier, l’8 agosto, alla stazione di Policastro Bussentino. In particolare viene ripreso il 27enne all’arrivo alla stazione dopo le 16 dell’8 agosto. Dalle foto, Simon Gautier indossava un jeans, una maglietta e uno zaino. Ha camminato per il paese ed è entrato in un centro canoe dove ha comprato una bottiglietta d’acqua e poi è andato via. Le ultime immagini a Policastro risalgono alle 16.44. 

L’inchiesta della Procura di Vallo della Lucania. Quando i carabinieri di Lagonegro prendono la telefonata di Simon Gautier la deviano al 118 più vicino e le procedure di ricerca partono proprio dal potentino. Si prova a localizzarlo tra Potenza, Matera, Cosenza e Salerno in un raggio di 143 km. La geolocalizzazione non è ancora possibile, la chiamata ha agganciato una cellula troppo vasta. E’ stata la Prefettura di Potenza ad attivare il piano persone scomparse, coinvolgendo anche le Prefetture di Salerno e Cosenza.

Simon morto forse per emorragia poco dopo la telefonata ai soccorsi. Il ritardo nell’individuazione dell’escursionista francese può aver alimentato false speranze e accresciuto l’agonia di familiari e amici ma potrebbe non aver avuto alcuna importanza ai fini del salvataggio. A dirlo un primo esame sulla salma del 27enne, recuperata questa mattina in “avanzatissimo” stato di decomposizione. L’autopsia che si terrà domani all’ospedale di Sapri scioglierà ogni dubbio, intanto pare che la morte sarebbe sopraggiunta poco dopo la richiesta di aiuto al Nue a causa della frattura di una gamba che avrebbe provocato la fuoriuscita di sangue.

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