Nuovi mercati: l’accordo Ue-Mercosur tra opportunità e rischi per l’agroalimentare italiano

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Nuovi mercati: l’accordo Ue-Mercosur tra opportunità e rischi per l’agroalimentare italiano

La Commissione europea accelera sull’intesa commerciale con i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay), che prevede l’azzeramento dei dazi su oltre il 90% delle merci europee. Una misura che potrebbe aprire nuovi spazi di mercato, ma che solleva forti preoccupazioni per l’agroalimentare italiano e, in particolare, campano.

Se da un lato il settore del vino intravede opportunità – con il Brasile che nel 2024 ha aumentato del 5,5% gli acquisti di etichette italiane – dall’altro molte produzioni del Sud rischiano di subire la concorrenza sleale di prodotti provenienti dall’America Latina, spesso realizzati con standard meno rigorosi rispetto a quelli imposti nell’Ue. Tra i comparti più esposti figurano ortofrutta, pomodoro, succhi e zootecnia, con ricadute dirette anche sulla Campania, dove la filiera agricola sta vivendo una fase di rilancio.

Il tema delle indicazioni geografiche protette resta cruciale. L’accordo tutela 350 prodotti europei, di cui solo 26 italiani legati al comparto alimentare. Per il Mezzogiorno, la Campania porta in dote tre eccellenze: Mozzarella di Bufala Campana Dop, Pasta di Gragnano Igp e Pomodoro San Marzano Dop. Una presenza considerata troppo esigua, che lascia margini all’utilizzo, seppur temporaneo, di denominazioni come “mozzarella di bufala” e “pasta” anche per prodotti realizzati fuori dall’Italia.

Le associazioni agricole restano scettiche. Il governo italiano, pur avendo sostenuto i correttivi sul principio di reciprocità, sugli standard di qualità e sulla tutela dei diritti dei lavoratori, mantiene una linea prudente: Roma chiede garanzie concrete per evitare squilibri competitivi che possano penalizzare le produzioni nazionali.

Per la Campania e per il Sud, l’accordo rappresenta quindi un banco di prova: da una parte la possibilità di conquistare nuovi consumatori, dall’altra il rischio di vedere compromesse filiere che costituiscono un pilastro dell’economia locale.

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