Omicidio Angelo Vassallo, verso il processo: la mappa del delitto per pianificare i dettagli
| di Luigi Martino
Traffico di droga, connivenze e metodo mafioso: il colonnello Cagnazzo e altri tre verso il rinvio a giudizio. Lo Stato parte civile
SALERNO – Dopo oltre tredici anni di indagini, la Procura di Salerno ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio per uno dei delitti più inquietanti del Mezzogiorno: l’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica assassinato la sera del 5 settembre 2010 ad Acciaroli.
Nel fascicolo, firmato dal procuratore capo Giuseppe Borrelli e dal sostituto Elena Guarino, sono iscritti il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, l’imprenditore scafatese Giuseppe Cipriano e Giovanni Cafiero. I primi tre sono accusati di concorso in omicidio aggravato dal metodo mafioso. Per tutti gli indagati si ipotizzano anche, a vario titolo, reati legati al traffico di sostanze stupefacenti.
Il ruolo dei militari e le coperture
Secondo la Procura, Cagnazzo e Cioffi – all’epoca in servizio nell’Arma – avrebbero abusato della loro posizione di ufficiali di polizia giudiziaria, fornendo coperture e agevolando attività illecite legate a un sistema criminale attivo tra Scafati, Castellammare, Acciaroli e la Calabria. Una rete ben strutturata, con base logistica proprio nel porto cilentano.
Il collaboratore Ridosso e la pista del movente
A sostenere l’impianto accusatorio sono le dichiarazioni di Romolo Ridosso, ex boss di Scafati e oggi collaboratore di giustizia. In due interrogatori risalenti allo scorso marzo, Ridosso ha affermato di aver saputo di una spedizione punitiva ai danni di Vassallo, pianificata con Cipriano mesi prima dell’agguato. Il movente sarebbe stato legato al diniego del sindaco di alcune autorizzazioni urbanistiche, in particolare per la costruzione di un distributore di carburante con annesso bar nel porto. Ridosso avrebbe chiesto inizialmente 100mila euro, poi 50mila, per “risolvere il problema”.
Droga e incontri riservati
Emergono anche elementi legati a un traffico di droga che avrebbe avuto il suo centro ad Acciaroli. Secondo Ridosso, a introdurre il canale sarebbe stato proprio Cagnazzo – all’epoca maggiore dell’Arma – attraverso Cioffi, con il coinvolgimento di Cafiero e Raffaele Maurelli, quest’ultimo deceduto nel corso delle indagini.
Il collaboratore ha raccontato di aver assistito a diversi incontri tra i protagonisti della vicenda e di aver ricevuto istruzioni specifiche per eludere i sistemi di videosorveglianza nella zona del porto.
Verso l’udienza preliminare
La data dell’udienza preliminare non è stata ancora stabilita. Il Tribunale del Riesame ha chiesto 45 giorni per depositare le motivazioni con cui ha disposto la scarcerazione di Cagnazzo, Cioffi e Cipriano, decisione che potrebbe essere legata all’assenza di esigenze cautelari o a una valutazione sulla tenuta probatoria delle accuse.
Nel procedimento si è costituito parte civile lo Stato, insieme alla famiglia del “sindaco pescatore”.
Fabio Cagnazzo, dopo otto mesi di detenzione, ha annunciato l’intenzione di dimostrare la propria completa estraneità ai fatti contestati.
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