Modifica denominazione Parco. Cirielli propone aggiunta in coda “Alburni”

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Modifica denominazione Parco. Cirielli propone aggiunta in coda “Alburni”

Il Presidente della Provincia di Salerno, On. Edmondo Cirielli, anche in qualità di Deputato alla Camera, ha scritto al Presidente VIII Commissione Ambiente Camera dei Deputati, On. Angelo Alessandri, per  riferire di “una proposta emendativa che potrebbe utilmente trovare spazio nella proposta di legge n. 2780 Modifica della denominazione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, attualmente all’esame della Commissione Ambiente e finalizzata a modificare l’attuale denominazione del Parco e del relativo Ente di Gestione”. Il Presidente Cirielli è così intervenuto sulla Proposta di Legge d’iniziativa dei Deputati del PdL Mario Pepe e Giancarlo Lehener, presentata il 7 ottobre 2009 e relativa a ricondurre la denominazione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano a Parco Nazionale degli Alburni, del Cilento e Vallo di Diano.
L’emendamento di Cirielli propone al comma 1, la sostituzione dell’ultimo periodo con il seguente: “le nuove denominazioni disposte ai sensi del presente comma sono, rispettivamente, Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano, Alburni ed Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano, Alburni”. Il Presidente della Provincia di Salerno, scrivendo all’On. Angelo Alessandri, ha sottolineato che: “l’inserimento dell’ulteriore sostantivo Alburni, accanto ai due termini Cilento e Vallo di Diano (così come previsto dall’art. 1, primo comma, della proposta di legge) sia opportuno solo a condizione che non preceda, nella denominazione ufficiale, lo stesso nome Cilento, la cui popolarità lo ha reso di fondamentale importanza per l’identificazione e la distinzione dei luoghi interessati”.
L’interessamento dell’On. Cirielli alla modificazione della denominazione  del PNCVD, (approvata definitivamente dal Ministero dell’Ambiente il 22 dicembre 1998 e relativa ad uno dei più grandi parchi nazionali italiani su una superficie complessiva di 178.172 ettari sparsi su ottanta comuni, con le migliori prospettive di sviluppo turistico, nel quale l’UNESCO ha individuato una serie di aree di eccellenza che vanno dalla Certosa di san Lorenzo in Padula ai siti archeologici di Paestum e Velia, dal Monte Cervati nel Vallo di Diano, dal Massiccio della Stella a Punta Licosa, per finire con Capo Palinuro, con la Punta degli Infreschi e con il Monte Bulgheria), “è diretto a mantenere – continua Cirielli – sostanzialmente inalterata l’originaria denominazione del Parco, al fine di preservare la diffusione nazionale ed internazionale della stessa, nel quadro di un complessivo piano di valorizzazione della riserva e di un incremento dei flussi turistici”.  

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