Paziente muore dopo il ritorno in ospedale: due medici indagati per omicidio colposo
| di Luigi Martino
La Procura di Salerno apre un’inchiesta sul decesso di un 65enne di Pontecagnano. Disposta l’autopsia: salma sarà riesumata mercoledì.
È stata avviata un’indagine per omicidio colposo in seguito alla morte di Emanuele Antonio Ardito, 65 anni, residente a Pontecagnano Faiano, deceduto nella notte tra il 2 e il 3 aprile all’ospedale “Ruggi d’Aragona” di Salerno. Due medici del Pronto Soccorso sono finiti nel registro degli indagati: si tratta del professionista che accolse il paziente e di quello che ne firmò le dimissioni durante il primo accesso in ospedale, il 30 marzo.
Secondo quanto ricostruito, Ardito si era recato al pronto soccorso accusando un dolore al petto. Dopo i primi controlli, fu rassicurato dal personale sanitario e dimesso con la valutazione che non vi fossero condizioni tali da giustificare un ricovero. Il 65enne tornò a casa, ma nei giorni seguenti continuò ad avvertire un malessere crescente.
Il 1 aprile si presentò nuovamente all’ospedale salernitano, lamentando ancora dolori toracici e difficoltà respiratorie. Questa volta, dopo nuovi esami diagnostici, fu deciso il ricovero. Due giorni dopo, però, il suo cuore si fermò. I tentativi di rianimazione risultarono vani. Ardito morì nella notte tra il 2 e il 3 aprile.
I familiari, sconvolti e colpiti dalla rapida evoluzione degli eventi, hanno deciso di affidarsi all’avvocato Carlo Consalvo del foro di Salerno. Il legale ha presentato una denuncia in Procura, chiedendo che venga fatta chiarezza sulle responsabilità mediche e sulle cause del decesso.
Il pubblico ministero Morris Saba, titolare del fascicolo, ha disposto il sequestro della cartella clinica e ha proceduto all’iscrizione dei due medici nel registro degli indagati. Martedì prossimo è attesa la nomina del medico legale che condurrà l’autopsia, fissata per mercoledì. Per questo motivo, la salma sarà riesumata.
Ci vorranno almeno sessanta giorni per conoscere l’esito dell’esame autoptico e per capire se, in occasione del primo accesso in ospedale, siano stati commessi errori di valutazione che avrebbero potuto compromettere la vita del paziente. I familiari chiedono risposte, nella speranza che venga fatta piena luce sulla vicenda.
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