Risse e schiamazzi notturni a Camerota. Bortone: ci vogliono più controlli e più forze dell’ordine

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Risse e schiamazzi notturni a Camerota. Bortone: ci vogliono più controlli e più forze dell’ordine

La riproduzione locale delle dinamiche socio-politiche nazionali è spesso caricaturale, ma assai significativa rispetto al tempo che stiamo vivendo. Nell’era di una perenne situazione di emergenza e allarme, nel tempo delle parole ridotte a vuoti a rendere, si inserisce in questi giorni l’ennesimo coro-tormentone: basta con la movida, occorrono regole più dure.

Da Pordenone, dove hanno vietato gli "assembramenti di due persone" al "no alla vendita di cornetti notturni" di Ravenna, dal coprifuoco milanese di mezzanotte al "no alla birra fuori orario" di Palermo, l’Italia è percorsa da un’impetuosa reazione alla "movida".

Puntuale arriva la conferma locale a questa tendenza. Su La città di Salerno, stamattina si apprende che Domenico Bortone, sindaco di Camerota, ha convocato una riunione di urgenza con tutti i responsabili delle forze di polizia locali in vista delle misure da adottare per contrastare "le troppe liti e gli intollerabili schiamazzi notturni". Si è deciso di intensificare i controlli e di aumentare la presenza costante sul territorio comunale da parte di poliziotti, carabinieri, finanzieri e ufficiali della capitaneria di porto. "24 ore al giorno si controlleranno le piazze della movida; un lavoro eccezionale che verrà svolto nonostante una carenza piuttosto consistente di personale", scrive Vincenzo Rubano sulla testata locale.I noltre, pare che al vertice che potremmo definire del "E ‘mo basta casino", si sia deciso di fare dei "controlli specifici in alcune strutture situate nei pressi del porto che, nelle ore notturne si trasformano senza alcuna autorizzazione in vere e proprie discoteche". La definizione è chiaramente un riferimento allo stabilimento balneare Playa el Flamingo e forse al Djembè. Bortone ha dichiarato: "Già dal mese di giugno avevamo chiesto rinforzi ma non sono mai arrivati. In questi ultimi giorni il nostro comune è stato preso d’assalto da un’ondata di turisti provenienti dal napoletano. Sono tutti ben accetti, sia chiaro, ma di fronte ad afflussi così notevoli c’è bisogno di maggiori controlli sul territorio e di più forze dell’ordine. Come se non bastasse quest’anno a Camerota per motivi economici è stato abolito anche il posto di polizia stagionale."

Un dato è significativo: a fronte di una popolazione turistica di circa 200 mila presenze, tra i comuni di Camerota e Centola sono operativi solo 19 carabinieri. Anche questo dato è una riproduzione in scala di ciò che sta avvenendo a livello nazionale. L’economia è in recessione, si tagliano, tra gli altri, i fondi destinati alle forze dell’ordine e il loro organico. Qui da noi il tutto è aggravato dall’enorme debito accumulato in anni e anni di pessima amministrazione comunale. Si spera solo che non arrivi qualcuno con l’idea di organizzare qualche ronda cilentana.

Al di là della doverosa attenzione al mantenimento dell’ordine pubblico, dovremmo interrogarci in maniera seria e onesta se sia davvero questo il modo giusto e lungimirante di affrontare la questione e, in primis, dovremmo chiederci se il problema siano realmente questi demoni alcolizzati, rissosi e rumorosi della leggendaria movida o se sia quel processo di desertificazione morale, motivazionale e culturale che sta flagellando una generazione. Auspicare una discussione del problema incentrata sulle reali possibilità di sviluppo di attività di crescita socio-culturale, di nuovi e sensati luoghi di aggregazione, di modalità sociali atte allo stimolo dei talenti e delle passioni "sane" dei ragazzi nel nostro territorio (sia durante l’estate sia in inverno), alternative al modello "serata alcolica alienata", è l’unica strada percorribile. Se non vogliamo essere definitivamente risucchiati dal buco nero della retorica delle emergenze e delle provvisorie soluzioni populiste che si nasconde dietro le vuote parole-tormentone che occulta la nostra incapacità ormai cronica di costruire gli spazi della collettività, sforziamoci di superare la fase "E mo’ basta casino".

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