Ragazzo con tatuaggio De Luca: «E’ uno scherzo, non è permanente»

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Ragazzo con tatuaggio De Luca: «E’ uno scherzo, non è permanente»

Non un tatuaggio permanente, ma un ‘trasferello’ con il volto di Vincenzo De Luca. Davide Ferrari, il ragazzo con la faccia di Vincenzo De Luca sull’avambraccio, spiega che si è trattato di uno “scherzo tra amici” lasciar credere che quel tatuaggio fosse permanente. “Non immaginavo che sarebbe successo tutto questo”, ammette.

Davide, artigiano di via San Gregorio Armeno, la strada dei pastori del centro storico di Napoli, ha postato su Instagram la foto del suo avambraccio con il governatore, spiegando nella didascalia di aver deciso di tatuarsi la persona che “più stimo al mondo” e, nelle Storie, in un breve video in bianco e nero raccontava di aver scelto un soggetto “realistico, il primo che mi faccio fare” e aggiunge: “Finalmente il tatuaggio è terminato”.

Tutto uno scherzo. Davide Ferrari, raggiunto al telefono dall’ANSA, spiega che voleva solo prendere in giro un po’ di amici. “Era uno scherzo, una cosa goliardica – dice – mai avrei immaginato che la cosa si ingigantisse fino a questo punto”. E soprattutto non avrebbe mai immaginato di scatenare gli hater su Instagram: “Alcuni mi hanno augurato la morte, altri di amputarmi il braccio”. “Ma io volevo solo scherzare” rimarca. Certo è che, come lui stesse ammette, ha pensato a ogni dettaglio. “Sì, la didascalia, il video delle Storie in cui si sente anche il rumore come se davvero lo stessi facendo, la pellicola che copriva l’immagine come si fa con i tatuaggi veri – afferma – ma io davvero volevo solo scherzare”. Solo che Davide, 26 anni, ha un profilo pubblico che chiunque può sbirciare.

L’idea gli è venuta qualche tempo fa. “Avevo visto la foto di una ragazza che aveva un finto tatuaggio di Conte e ho pensato che volevo farlo anche io, ma con il personaggio del momento che è De Luca – racconta – Ho inviato a un sito una immagine del governatore e loro ne hanno fatto un trasferello, come quelli che uscivano dalle patatine quando eravamo bambini”. Solo ai suoi amici più stretti Davide aveva raccontato la sua vera intenzione. “Ora non resta che ridere – conclude – sperando che smettano con insulti e offese”. 

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