Vallo della Lucania, riciclaggio: 3 imprenditori nei guai

| di
Vallo della Lucania, riciclaggio: 3 imprenditori nei guai

Perquisizioni e sequestri per oltre 3 milioni di euro nel Cilento nei confronti di tre persone indagate per i reati di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. La guardia di finanza di Salerno, su disposizione della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, guidata dal procuratore capo Antonio Ricci, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, nei confronti di 3 soggetti. 

L’indagine

L’intervento dei finanzieri della Compagnia di Vallo della Lucania è scaturito, in particolare, dagli esiti di indagini pregresse, avviate nell’anno 2021, sulla base di alcune segnalazioni di operazioni sospette, inerenti al rilevamento di movimentazioni anomale di capitali da parte di uno degli indagati, un imprenditore cilentano, a carico del quale gravava un debito con il Fisco di oltre un milione di euro.

Gli accertamenti

Nel corso degli approfondimenti, i militari hanno successivamente scoperto una serie di operazioni bancarie e di altre condotte fraudolente realizzate dall’uomo che, con l’aiuto di due familiari, avrebbe effettuato numerosi trasferimenti di denaro (a mezzo assegni, bonifici, ricariche di carte prepagate, depositi di contanti provenienti dallo smobilizzo di titoli), finalizzati a “svuotare” i propri conti correnti, in modo da scongiurare o comunque ostacolare eventuali azioni di recupero crediti da parte dell’Erario.

Dall’analisi dei rapporti finanziari riconducibili all’imprenditore, le fiamme gialle hanno peraltro appurato che era prassi consolidata l’emissione da parte della coniuge, al medesimo scopo, di assegni circolari per decine o addirittura centinaia di migliaia di euro, risultati poi non essere stati mai incassati dai beneficiari. Ciò, con l’istantaneo effetto di “svuotare” apparentemente le disponibilità del correntista, che di fatto venivano invece“congelate” e preservate, appunto, da potenziali provvedimenti di riscossione coattiva.

Per garantire il recupero delle somme indebitamente percepite, il G.I.P. del Tribunale, su richiesta della Procura, ha quindi disposto nei confronti degli indagati il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca diretta e/o per equivalente, di beni mobili, immobili e risorse finanziarie, per un ammontare complessivo di oltre tre milioni di euro.

Consigliati per te

©Riproduzione riservata