Roberto Emanuelli, lo scrittore che celebra i sentimenti

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Roberto Emanuelli, lo scrittore che celebra i sentimenti
Roberto Emanuelli – foto ©Stefania Morelli

Autore rivelazione degli ultimi anni, con ben 300.000 copie vendute in soli due anni, Roberto Emanuelli, torna in libreria con l’attesissimo romanzo “Tu, ma per sempre”, uscito l’8 ottobre, edito da DeA Planeta. Lo scrittore lo ha presentato anche ad Agropoli, nel corso del Settembre Culturale.

Emanuelli non solo ha conquistato in breve tempo le classifiche di vendita, ma ha radunato intorno a sé un pubblico di affezionati lettori in continua crescita. L’amore è il tema centrale della sua scrittura con cui racconta le fluttuazioni e mille sfumature di questo sentimento richiamando l’interesse di lettori da ogni parte del mondo affermandolo così come scrittore affermato.

Come è nato l’ultimo romanzo, “Tu, ma per sempre”?
Dal desiderio di investigare nell’animo umano, a livello introspettivo, emotivo e dei sentimenti. Affronto due esistenze, quella di Lorenzo, musicista, 37 anni che nasce nella periferia di Roma da un ambiente familiare semplice e convive con Ginevra, che proviene da una famiglia ricca con la quale ha fatto una bambina, Bianca. E poi affronto l’esistenza di Marzia, 18 anni. Fin dall’inizio sono due esistenze, quella di Lorenzo e Marzia, che si toccano fin dall’inizio e andranno a confluire sempre più per motivi che non posso anticipare. Lorenzo si guarderà dentro, come non aveva mai fatto.

“E allora baciami” il suo primo libro?
Un passaggio molto lungo e complesso. Facevo un altro lavoro, il broker assicurativo, da anni avevo abbandonato la mia vocazione artistica legata alla musica, alla scrittura. C’è stato un momento un po’ brutto della mia vita, rappresentato da problemi sentimentali, economici e lavorativi che mi hanno messo in un angolo al buio. In quel momento ho deciso di scegliere se vivere o morire, metaforicamente parlando, ma non troppo. Ho scelto di vivere aprendo un blog, raccontandomi un po’, così sono nate le prime strutture del romanzo. Da lì ho avuto la fortuna di parlare con Rizzoli anche se non mi ha pubblicato. Il primo romanzo l’ho autopubblica ed è arrivato un primo grande successo, poi è arrivato un piccolo libraio romano che ha ripubblicato il romanzo e il pubblico l’ha comprato online facendomi piazzare tra i più letti insieme a grandi mostri sacri della letteratura. Poi Rizzoli mi ha ricontattato.

Ama molto il suo pubblico, sente di dover dire grazie a qualcuno?
Devo tutto davvero a questo iniziale gruppo di persone, cresciuto sempre di più, come una famiglia, grande e immensa, fino ad arrivare a 600mila persone. Una famiglia che mi ha preso un giorno di tanti anni fa per mano e mi ha portato fin qui.

La scrittura è stata una terapia per lei, lo è ancora?
Lo è stata sicuramente, perché io ho iniziato a scrivere per sopravvivere e non morire dentro. Ha un valore e una natura catartica per me ma credo lo sia per tutti. È una cura per l’anima. Ci si approccia con grande passione ma si versa sempre un po’ di malinconia.

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