Scontri all’Arechi: processo per i tifosi violenti

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Scontri all’Arechi: processo per i tifosi violenti

I legali dei supporter incastrati dalla questura per tifo violento hanno richiesto i termini a difesa: il 29 novembre si terrá l’udienza. Nel frattempo, sono stati convalidati gli arresti per i due salernitani – uno dei quali giá sottoposto a Daspo – I.G. di diciotto anni ed R.D. di venti e per i due veronesi, M.D. di venti anni e il ventisettenne D.V.G.

Continuano le indagini degli agenti della Digos, coordinati dal dirigente Amato, che sempre nella giornata di domenica hanno portato alla denuncia di altri due salernitani, coinvolti negli scontri con i tifosi del Verona. Centoquarantadue i supporter della squadra avversaria identificati e fotografati, il 90% dei quali dotato della tessera del tifoso. Dalla questura fanno sapere che in giornata potrebbero essere emessi nuovi Daspo, i divieti di ingresso ai luoghi dove si tengono manifestazioni sportive. Quella di domenica è stata una giornata di scontri e forti tensioni all’A rechi, che ha portato al ferimento di sette poliziotti del servizio d’ordine, tra cui il vice questore aggiunto De Martino ed il capo dell’Anticrimine Raffaele Battista, finito in ospedale dopo essere stato colpito da una pietra alla testa. I tafferugli sono iniziati giá all’arrivo dei tifosi veronesi allo stadio. Due autobus e dieci pulmini trasportavano all’Arechi supporter “armati” di pietre e bottiglie. Ad attenderli, nei pressi del sottopassaggio ferroviario di via San Leonardo, i tifosi granata.

Tra le due tifoserie è presto scoppiata la guerriglia, con una sassaiola che ha di fatto arrestato la marcia dei mezzi e che, senza il celere intervento dei poliziotti, avrebbe fatto lievitare sicuramente il numero dei feriti. I bus veneti sono stati fatti deviare nei parcheggi situati dietro la curva Nord, ma una trentina di tifosi veronesi sono riusciti ad eludere i controlli e, a volto coperto, hanno tentato di penetrare in tribuna. Anche qui, ad attenderli, c’era un gruppo di facinorosi salernitani. Inevitabile lo scontro, con auto distrutte, caschi lanciati verso la Digos ed una sassaiola che solo per miracolo non ha costretto decine di persone a ricorrere alle cure dei sanitari del “Ruggi”. Sedati gli animi, i poliziotti sono riusciti ad intercettare i veronesi all’a ltezza della curva Nord, fermandoli per le identificazioni. Su alcuni dei bus c’era il segno della svastica.

fonte: La Città di Salerno

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