Sanità, esposto di Auricchio alla Procura: «Gravi carenze di assistenza sanitaria nelle aree interne»

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Sanità, esposto di Auricchio alla Procura: «Gravi carenze di assistenza sanitaria nelle aree interne»

«Sono costretto a portare all’attenzione della Magistratura una serie di atti e di vicende che stanno interessando a livello sanitario i pazienti della nostra Regione i quali stanno subendo un vero e proprio scippo e una lesione gravissima del diritto alla salute. Come noto, la salute è un diritto di tutti, sancito e tutelato dalla Costituzione italiana. Basterebbe ricordare che il Servizio Sanitario Nazionale è un sistema di strutture e servizi che ha lo scopo di garantire a tutti i cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie, secondo i principi della Costituzione. Il DPCM del 12 gennaio 2017, ha stabilito che i Livelli essenziali di assistenza sanitaria sono rappresentati dalle prestazioni e dai servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a garantire a tutti gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione. Allo stato, in Campania, ciò non viene assicurato», si legge nell’esposto inviato alla Procura di Salerno e firmato da Girolamo Auricchio, vicesindaco di Roccadaspide e presidente dell’associazione “Aree Interne del Cilento”, che denuncia le gravi condizioni in cui versa l’assistenza sanitaria al Sud e nelle aree interne.

Spiega che le aree interne sono caratterizzate «dall’essere distanti dai principali centri erogatori di servizi ed hanno difficoltà ad accedere ai servizi di emergenza e ai servizi domiciliari per effetto della minore disponibilità di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e guardie mediche. Ciò, inevitabilmente, – dice Auricchio – genera una minore attenzione della continuità verso le cure nelle malattie, che si verifica, in modo particolare, tra la popolazione anziana, maggiormente bisognosa di assistenza».

Denuncia che «lo Stato resta indifferente a tale palese condizione di disagio sociale, preferendo il disinteresse alla tutela delle fasce più bisognose di assistenza. Eppure, nel nostro sistema normativo, chi cagiona la morte di un individuo è severamente punito».

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