Agropoli: fondi a rischio revoca, Alfieri chiede l’immediato utilizzo dei 6,5 milioni di euro
| di Redazione
6,5 milioni di euro per comprare attrezzature per l’ospedale ancora fermi. Il sindaco Alfieri sollecita il commissario straordinario dell’Asl Salerno
Fondi per 6,5 milioni di euro per acquisto di strumentazione, tecnologie ed attrezzature per l’ospedale civile di Agropoli in gran parte inutilizzati e a rischio revoca.
Il sindaco Franco Alfieri chiede al commissario straordinario dell’Asl Salerno, Fernando De Angelis, l’immediato utilizzo di tale somma per il potenziamento tecnologico e strumentale del presidio ospedaliero di località Marrota, tenendo conto in particolar modo dell’indirizzo specialistico oncologico previsto dalla legge regionale 16/2008. E’ quanto è stato deciso nel corso della giunta comunale che si è tenuta questa mattina.
Sulla base della legge 67/88, infatti, è stato attribuito negli anni un fondo per acquisto di strumentazione ed attrezzature per l’ospedale di Agropoli. Ancora oggi, nonostante i solleciti della Regione Campania, gran parte della somma di circa 6,5 milioni di euro non è stata utilizzata.
"Si tratta – afferma il sindaco di Agropoli, Franco Alfieri – di un ritardo non giustificabile considerata l’importanza e la funzione sul territorio della struttura sanitaria che serve un bacino di utenza rilevante. Chiediamo quali siano i motivi che hanno impedito all’ex Asl Sa3 l’utilizzo dei fondi destinati alla nostra struttura sanitaria e sollecitiamo, al tempo stesso, il commissario straordinario dell’Asl Salerno a disporre l’immediato avvio delle procedure per l’acquisto di quanto previsto in funzione della specializzazione oncologica dell’ospedale e tenendo conto soprattutto dei servizi che attualmente non sono funzionanti e da istituire".
"Invito – afferma il primo cittadino agropolese – il commissario straordinario De Angelis a vigilare perché la totalità del fondo sia utilizzato nei tempi e per le finalità specifiche evitando in qualsiasi modo la revoca e il conseguente grave danno per tutta la comunità che deve usufruire di servizi sanitari adeguati e moderni".
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