Sesso a 3 con una 14enne: assolti due amici di 25 anni

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Sesso a 3 con una 14enne: assolti due amici di 25 anni

«Il fatto non sussiste». Sono stati assolti così, con l’archiviazione di una infelice vicenda giudiziaria, due giovani operai 25enni residenti a Valva, accusati di detenzione di materiale pedopornografico riguardante una studentessa di 14 anni del posto. La vicenda appare stamane sulle colonne de La Città.

I sospetti della madre
Tutto è cominciato a metà gennaio quando, un giorno la mamma della studentessa si accorge di uno strano comportamento della figlia minorenne e immaginando che la giovane potesse aver trascorso la notte precedente in compagnia di due suoi amici, entrambi 25enni, le chiede chiarimenti a cui la 14enne si oppone e non risponde. Constatato lo strano atteggiamento della minore che stava sempre al telefono a scrivere messaggi in chat, la donna si ricorda che qualche tempo prima, era venuta a conoscenza dei codici e delle password di accesso al cellulare della giovane e approfittando di un momento di distrazione della 14enne, la donna afferra il telefono e lo controlla di nascosto, scoprendo che la ragazza aveva una relazione sentimentale con un 25enne, accompagnata da un reciproco e volontario scambio di fotografie erotiche tra i due.

I messaggi sul telefono
Leggendo i messaggi della figlia però, la madre scopre che a quegli incontri intimi tra la 14enne e l’operaio, aveva preso parte una terza persona, quest’ultimo anche lui 25enne, amico dei fidanzatini. Sotto shock per la scoperta e preoccupata che le foto della figlia potessero essere state divulgate, la donna si reca dai carabinieri della stazione di Colliano e presenta una querela nei confronti dei ragazzi. Denuncia che fa scattare immediatamente le indagini da parte degli inquirenti. Su richiesta del sostituto Procuratore della Repubblica di Salerno, il magistrato Maria Benincasa, un mese dopo, i due operai vengono iscritti nel registro degli indagati e sottoposti alle perquisizioni delle abitazioni, personali e delle autovetture di proprietà, che portano al sequestro da parte dei militari, di due telefoni cellulari, personal computer e tablet.

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