Simon Gautier, lavorava per pagarsi gli studi. Sorbona: «Ragazzo modello»

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Simon Gautier, lavorava per pagarsi gli studi. Sorbona: «Ragazzo modello»

Nel Golfo di Policastro è il momento della riflessione e della preghiera: la tragica morte del turista francese Simon Gautier, 27 anni, ha segnato il cuore e la mente sia dei vacanzieri sia degli abitanti della fascia costiera cilentana. Il modo in cui è deceduto il giovane determina una serie di interrogativi: sulla tempestività e le modalità di svolgimento della macchina dei soccorsi, sul perché ci siano voluti nove giorni per avere la certezza che il francese fosse morto e, più in generale, se il sistema italiano di emergenza su persone scomparse sia da migliorare ed adeguare alle normative europee.

Sono domande che si fanno tutti e che si sono poste soprattutto i genitori di Simon ed i suoi amici giunti nel Golfo di Policastro qualche giorno dopo avuta conoscenza della scomparsa di Simon, e partiti per la Francia oggi in attesa del rientro della salma del 27enne dopo che sarà effettuato l’esame autoptico previsto per la tarda mattinata di domani. Ad effettuarlo sarà il medico legale Adamo Maiese. Con molta probabilità l’autopsia confermerà che Simon Gautier è deceduto dopo circa 40 minuti dalla caduta nel dirupo di località Ciolandrea, nel territorio comunale di San Giovanni a Piro. Il 27enne sarebbe morto dissanguato in seguito alla frattura ad una gamba che gli avrebbe reciso l’arteria femorale.

A chiarire e ricostruire la vicenda sarà la procura di Vallo della Lucania che ha aperto un’inchiesta.

La Sorbona ricorda il suo studente Simon Gautier, sottolineando che si trattava di un ragazzo «brillante e disponibile». Per il relatore della sua tesi, lo studente morto in Italia durante un’escursione, «era una persona molto coraggiosa». La Sorbona ricorda che Simon era «dottorando in Storia dell’arte e dell’archeologia» presso il Centro André Chastel e che stava lavorando «da 5 anni a una tesi sugli Scotti dal Ducato di Parma e Piacenza alla Spagna di Elisabetta Farnese». Portava avanti le sue ricerche, ricorda la Sorbona, «fra la Spagna e l’Italia e doveva consegnare la tesi alla fine dell’estate». «Era un dottorando molto apprezzato dai suoi docenti e compagni di laboratorio di ricerca – ricorda la storica istituzione francese – tutti i membri della comunità universitaria manterranno il ricordo di un giovane brillante, coraggioso, di grande gentilezza e profonda disponibilità».

Oltre alla riflessione c’è spazio in queste ore per la preghiera ed il ricordo di Simon Gautier. Questa notte è in programma una veglia dalle 22 nel Santuario della Madonna di Pietrasanta, nel comune di San Giovanni a Piro, luogo non molto lontano dal dirupo in cui l’escursionista è precipitato perdendo la vita.

«La storia di Simon – dice il sindaco di Santa Marina, Giovanni Fortunato – ha toccato tutta la mia comunità e come amministrazione comunale abbiamo deciso di intitolargli una strada. È il figlio, il fratello, l’amico di tutti che avremmo voluto abbracciare insieme con i familiari perché abbiamo sperato fino all’ultimo momento in un esito positivo». Il sindaco Fortunato, inoltre, sottolinea: «Vogliamo dedicargli la strada della stazione ferroviaria, dove è arrivato l’8 agosto, per tenere sempre vivo il suo ricordo. La mia speranza è che la sua morte non sia stata vana e che il problema esistente sui sistemi di localizzazione possa essere risolto per salvare altre vite».

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