Sindaco di Santa Marina si ribella alla legge De Luca: «Dico no all’adesione all’ente idrico campano»

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Sindaco di Santa Marina si ribella alla legge De Luca: «Dico no all’adesione all’ente idrico campano»

Fortunato non è il solo. Quasi la metà dei comuni campani ha ritenuto giusto di non aderire all’Ente, perché non riconosce l’Eic come ente di governo dell’ambito del servizio idrico integrato. Lo spiega la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Maria Muscarà. In Cilento continua la ribellione del sindaco di Santa Marina Giovanni Fortunato al costituendo Ente Idrico Campano, in difesa delle autonomie locali. Con una missiva indirizzata al presidente della giunta regionale della Campania, a Giuseppe Parente commissario ad acta per l’adozione dell’atto di adesione del Comune di Santa Marina all’Eic e al prefetto di Salerno, Fortunato ha ribadito «la ferma obiezione ad un’azione anticostituzionale che sopprime l’autonomia dei singoli comuni a favore di apparati burocratici tenuti in piedi da nomine politiche a spese dei contribuenti». Per Fortunato si tratta di un’attività «del tutto illegittima», spiega nella lettera «Allo stato non si configura uno condizione d’inerzia che giustifica siffatta attività sostitutiva. Giova ricordare che  l’intervento del commissario ad acta, con poteri sostitutivi, è consentito nei soli casi d’inerzia della pubblica amministrazione o per l’esecuzione di una sentenza giurisdizionale inottemperata». Poi aggiunge: «In riferimento poi al merito della decisione del Consiglio Comunale, si rammenta che la presupposizione di legittimità degli atti della pubblica amministrazione è costituzionalmente garantita ed è demandato, unicamente all’autorità giudiziaria, ai sensi dell’art. 113 della costituzione il potere di sindacato su tali atti. Ne consegue che l’intervento sostitutivo del commissario ad acta potrà essere giustificato e legittimo solo in caso   di annullamento del deliberato da parte del giudice amministrativo e di inottemperanza da parte dell’Ente a tale giudicato». In sintesi chiede a De Luca «l’immediata revoca del decreto di nomina del Commissario ad acta per gli adempimenti indicati in oggetto» e diffida «il commissario stesso dal compiere atti ingiustificati e lesivi dell’autonomia dell’Ente».

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