Sparatoria Centola, messaggi social shock degli albanesi: «Sangue si ripaga con sangue»
| di Luigi Martino
“Il sangue si ripaga con il sangue”. È una delle frasi più ricorrenti apparse nelle ultime ore su TikTok, pubblicata da familiari albanesi dopo la morte di Rivaldo Rusi, il 25enne ucciso a Foria di Centola, nel Cilento, durante un tentativo di furto. I toni sono carichi di odio e sete di vendetta. Le minacce sono ora finite al centro dell’attenzione degli investigatori: i social sono stati messi sotto osservazione dagli inquirenti, che non escludono l’ipotesi di possibili ritorsioni.
Una preoccupazione che si è fatta più concreta la notte successiva al trasferimento in una località protetta, fuori regione, di Aurelio Valiante e della sua famiglia. Alcuni ignoti avrebbero tentato di introdursi nell’abitazione in cui è avvenuta la sparatoria, forse per verificare se ci fosse ancora qualcuno o addirittura per attuare la vendetta invocata sui social. Il fatto è stato segnalato alle forze dell’ordine e ha aumentato il livello di allerta intorno alla vicenda.

Intanto, l’indagine aperta dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania prosegue con nuovi sviluppi. Tre le persone indagate: Aurelio Valiante, 58 anni, che avrebbe esploso i colpi d’arma da fuoco; suo fratello M. Valiante, 50 anni, accusato di averlo aiutato a nascondere il corpo in una tinozza per il vino ricoperta con vegetazione; e Xhuijan Curti, 27 anni, albanese domiciliato ad Acerra, uno dei complici di Rusi, attualmente ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Cardarelli di Napoli. Il terzo complice è tuttora ricercato.
Martedì sarà conferito l’incarico al medico legale Francesco Lombardo per l’autopsia sul corpo del 25enne, custodito all’obitorio dell’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania. All’esame parteciperà anche un consulente nominato dalla famiglia della vittima, rappresentata dall’avvocato Fabio Della Corte. L’esito dell’autopsia sarà fondamentale per chiarire le responsabilità: gli inquirenti dovranno stabilire se Rusi sia stato colpito frontalmente o alle spalle, un dettaglio che potrebbe incidere in modo decisivo sulla valutazione della legittima difesa.
L’inchiesta si muove così su più livelli: dalle verifiche balistiche alle indagini sul contesto, passando ora anche per il monitoraggio delle minacce online e dei segnali di tensione crescente. Una vicenda che scuote il Cilento e che potrebbe avere conseguenze ben oltre il fatto di cronaca.
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