Stio Cilento, 26enne morta nel fiume. Sindaco: «Era punto di riferimento»

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Stio Cilento, 26enne morta nel fiume. Sindaco: «Era punto di riferimento»

di Luigi Martino

«Non si può morire a 26 anni, in una maniera così assurda. Al dolore della perdita della ragazza, una persona che aveva una vita davanti, si associa la rabbia in un contesto così particolare, imprevedibile. Nel 2020 non si può morire per un torrente che straripa». Natalino Barbato, sindaco di Stio Cilento, paese d’origine di Desireè Quagliarella, la 26enne morta mercoledì sera travolta dal fiume Melnome ad Albanella mentre era in auto con il cognato, è arrabbiato per il modo in cui la giovane ha perso improvvisamente la vita. «Io non conosco la dinamica ma è davvero ineccepibile, in un contesto civile come quello dei giorni nostri, morire per una bomba d’acqua mentre si è in automobile. Oggi è il giorno del lutto, dei rancori, della riflessione. Desireè era una ragazza solare, disponibile, mancherà alla comunità di Stio Cilento. Il suo modo di essere e di fare era un punto di riferimento per tutto il paese».

Il cognato di Desireè è riuscito ad aggrapparsi ad un albero. L’auto è stata portata via. Il corpo della 26enne è stato ritrovato dopo meno di tre ore nei pressi di un piccolo ponte di attraversamento. Strazianti le scene agli occhi dei soccorritori quando, alla famiglia che era sul posto insieme ai vigili del fuoco e carabinieri, hanno dovuto comunicare la notizia. «Dicevano i latini ‘Nomen omen’, è una locuzione che, tradotta letteralmente, significa ‘il nome è un presagio’. Dal suo nome, infatti, si capisce che Desireè era una persona amata e desiderata da tutti, per questo la tragedia colpisce ancora di più nel profondo ognuno di noi» continua Barbato.

Il sindaco ha proclamato lutto cittadino a Stio Cilento. Domani, venerdì, alle 10 del mattino, la comunità di Stio Cilento saluterà per l’ultima volta Desireè. I funerali si terranno nella chiesa Madre ‘San Pietro e Paolo’. «Il lutto cittadino è il giusto riconoscimento ad una persona bellissima dentro e fuori ma soprattutto deve essere un momento di riflessione. Tutti dobbiamo renderci conto che nella vita è facile incappare in simili tragedie» chiosa Barbato.

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