Strage Sassano, 600 firme per dire «no al ritorno in paese di Gianni Paciello»

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Strage Sassano, 600 firme per dire «no al ritorno in paese di Gianni Paciello»

E’ partita da qualche giorno la raccolta firme fortemente voluta dalle mamme di Sassano. Il centro valdianese non riesce a riprendersi dal pesante colpo subito il 28 settembre. L’ultima domenica del mese si è tramutata in una tragedia con la perdita di quattro ragazzi tra i 15 e i 22 anni uccisi dalla furia impazzita di una Bmw 520 che a 140 chilometri orari circa si è schiantata contro il tavolino di un bar dove erano sedute le vittime per seguire le partite del campionato di calcio di serie A. Il conducente, Gianni Paciello, ha ucciso anche il fratellino Luigi ed è piantonato in ospedale nel reparto dei detenuti a Salerno. Su di lui pende l’accusa di omicidio colposo plurimo. Tra pochi giorni verrà dimesso e il giudice dovrà decidere se rinchiuderlo in carcere o trasferirlo ai domiciliari. Ed è proprio questa ultima ipotesi che i genitori di tanti ragazzi di Sassano vogliono evitare. 

Le firme La petizione è stata sottoscritta da 600 persone e molte altre si aggiungeranno nel corso dei prossimi giorni. I firmatari sperano che «Gianni Paciello non ritorni più a casa». I fogli saranno poi consegnati alla procura di Lagonegro. Tanti cittadini di Sassano sono stati già a colloquio con il sindaco Tommaso Pellegrino (soprattutto per parlare di prevenzione stradale) e con il procuratore capo Vittorio Russo. «Gianni non deve tornare a casa. Non è vendetta, solo giustizia», ribadiscono.

Le indagini Intanto le indagini da parte dei carabinieri della compagnia di Sala Consilina, agli ordini del capitano Emanuele Corda, non si fermano. Gli inquirenti hanno passato a setaccio l’intera area divenuta teatro della tragedia quel pomeriggio di qualche domenica fa. Dopo aver visionato i filmati e accertato – a detta di chi indaga – che la Bmw avrebbe percorso circa 270 metri in meno di 6 secondi a quasi 140 chilometri orari, al vaglio degli inquirenti c’è la ricostruzione esatta dell’incidente e i rilievi dei tecnici incaricati dalla procura di Lagonegro. In un primo momento c’era l’ipotesi che Paciello venisse accusato di omicidio volontario, ipotesi poi derubricata nel giorno della convalida dell’arresto con l’accusa riformulata in omicidio colposo plurimo. 

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