Teresa Buonocore, la figlia: «Lotto contro la violenza sulle donne nel nome di mia madre»

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Teresa Buonocore, la figlia: «Lotto contro la violenza sulle donne nel nome di mia madre»

di Giangaetano Petrillo

La bambina che davanti al mare abbracciava la madre insieme alla sorellina adesso è cresciuta. Se l’inferno esiste, Alessandra lo ha attraversato a piedi, ma ne è uscita a testa alta. Oggi è una giovane donna che studia Lettere Moderne, ama Dante Alighieri e sogna di lavorare nella comunicazione. Sotto una cascata di capelli neri, ci sono due grandi occhi scuri che guardano al futuro. «È arrivato il momento di assumermi le mie responsabilità. Quello che è toccato a noi non deve più succedere. Voglio che la storia di mia madre possa rappresentare un esempio per chi non ha la sua forza». Alessandra Cuevas è la figlia di Teresa Buononocore. Aveva poco più di dieci anni e viveva a Portici quando subì gli abusi di Enrico Perillo, un vicino di casa che per questo fu denunciato, processato e condannato. Dal carcere, l’uomo ordinò l’omicidio di Teresa che fu assassinata a colpi di pistola il 20 settembre 2010 mentre andava al lavoro a Napoli. «Le hanno conferito la medaglia d’oro al valor civile. Ne sono orgogliosa, ma per me non è un’eroina, è solo mia madre», sottolinea Alessandra, che dopo la tragedia, insieme alla sorella minore Michelle, è cresciuta a Salerno con la zia materna, Pina, una donna tutta d’un pezzo proprio come lo era Teresa. «Lei e la mia famiglia mi hanno aiutato a superare i giorni più brutti», ricorda. Noi l’abbiamo raggiunta telefonicamente per intervistarla.

Vorrei iniziare col chiederle quale siano i ricordi che ha di quegli anni.
Ho molti ricordi inerenti a quel periodo, ovviamente ricordi felici e ricordi poco piacevoli. Ci ho messo molto tempo per metabolizzare quanto fosse accaduto, per lasciar andare i sensi di colpa, tipici in chi subisce abusi. Ora sono ben consapevole di cosa è accaduto e ho imparato a convivere con questi ricordi spiacevoli.

Si può convivere con un ricordo così doloroso che, credo, laceri corpo e anima?
Si, come dicevo prima si può convivere nel momento in cui, crescendo e soprattutto grazie all’aiuto di chi ti sta intorno o di uno psicologo, riesci appunto a metabolizzare l’evento. Certamente è una cosa che porterò dentro per sempre. Mia madre non tornerà più, non era presente al mio diciottesimo anno, non sarà presente il giorno della mia laurea e in nessuno di miei giorni speciali. Questo è sicuramente molto doloroso.

Se potesse un giorno avere la forza di incontrare i suoi carnefici cosa vorrebbe dirgli?
Quando ero più piccola, poco dopo la morte di mia mamma, volevo incontrarli, ora non più ed è inoltre un’eventualità che non mi sfiora minimamente, non saprei cosa dire loro. Io sono cresciuta, grazie a mia mamma, mia nonna e mia zia, in un determinato modo, quasi sicuramente loro no. Io non provo nulla per loro, non ho mai permesso che l’odio entrasse nella mia vita e non intendo farlo ora.

Sua madre, immagino, sia esempio per molte donne di oggi.
Si, mia madre è un esempio, ma io non la vedo cosi né l’ho mai vista cosi, mia mamma per me è solo mia madre che ha fatto una cosa normalissima se ci pensiamo attentamente. L’anormalità risiede in un paese che ha bisogno di eroi come mia madre che semplicemente compiono un gesto che dovrebbe essere istintivo per qualsiasi genitore. Io so quanto è stato difficile per lei, ma la difficoltà stava nel dover accettare che la proprio figlia avesse subito degli abusi, per il resto, lei non ha mai avuto nessun tipo di esitazione.

Perché ha accettato di parlare, Alessandra?
Scelgo di parlare, perché è mio “dovere”, io nonostante tutto, sono una ragazza fortunata, sono ancora qui, quante donne o ragazze e persino bambine non possono dire la stessa cosa ? Si tratta di responsabilità, per quanto per me non sia facile, non posso fuggire, se solo leggendo ciò che io dico posso aiutare qualcuno che in questo momento di trova in una situazione non facile, come posso sottrarmi?

Quella foto in riva al mare è il ricordo più bello che ha di Teresa?
Ho tanti ricordi di mia mamma, sicuramente quello al mare è un bel ricordo, lei adorava il mare, ma forse quello che ricordo maggiormente risale al giorno in cui è morta, la mattina, ci stavamo preparando per la scuola io e mia sorella e lei con mia nonna concordava il pranzo per noi. Questa per me è mia mamma, sempre attenta ai nostri bisogni. Sembra una cosa banale, ma nel tempo, crescendo ho imparato che sono queste piccole cose che contano davvero.

Pensa spesso a lei?P
enso molto spesso a lei, chiaramente, a come sarebbe stata la mia vita se lei fosse ancora qui con noi. Penso a mia sorella, che ha potuto viverla poco, però adesso sono sicura che lei sia in un posto migliore, dove non ci sono sofferenze. Per mia mamma, sapere quello che mi era successo, è stato un duro colo, ora spero sia libera

Che consiglio darebbe a una persona che subisce violenza?
Il mio consiglio ? Non è facile, io lo so, conosco le implicazioni che comporta, anche a livello psicologico ma è necessario denunciare, farsi aiutare da chi ci sta intorno e se possibile da uno psicologo. Qualche giorno fa ho sentito un discorso, di Alexandria Ocasio-Cortez, in cui diceva di non essere stata cresciuta dai suoi genitori per dover subire abusi dagli uomini, ecco io mi sono totalmente sentita identificata nelle sue parole ma il problema, purtroppo, è che spesso le stesse famiglie delle vittime costituiscono un blocco. Cosi diviene tutto più complicato, bisognerebbe che già nelle scuole si parlasse di abusi sessuali, fornendo un aiuto concreto a chi, anche a causa delle proprie famiglie, non ha il coraggio di denunciare.

Che pensa di Perillo e degli altri due imputati?
Sono persone che per me non esistono assolutamente.

Dopo tutto quello che ha passato, ha ancora fiducia nel prossimo?
Si, certo faccio fatica a fidarmi naturalmente. Ma nel corso di questi anni, ho incontrato persone straordinarie magari sono più attenta nello scegliere chi può starmi accanto non voglio privarmi di conoscere persone solo per quello che mi è accaduto. Questo non vuol dire che non ha un’influenza ma quella è una parte della mia storia, che appartiene al passato, è giusto guardare al presente e al futuro.

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