Tombe scoperte sotto il castello di San Severino di Centola, il «museo a cielo aperto» perla per il turismo

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Tombe scoperte sotto il castello di San Severino di Centola, il «museo a cielo aperto» perla per il turismo

di Antonio Vuolo e Marianna Vallone

Abbandonato dai suoi abitanti verso la fine degli anni Sessanta, ora potrebbe diventare una perla per il turismo cilentano. Per il borgo di San Severino di Centola si aprono nuovi scenari. E’ di ieri la notizia, apparsa su Repubblica.it, di scoperte archeologiche sotto le rovine del castello medievale di San Severino di Centola. Un tesoro tutto da studiare si cela nelle viscere dell’antico maniero, costruito nel XI secolo. Tra i reperti importanti, gli studiosi hanno scoperto anche sei tombe di bambini. Ora l’obiettivo è continuare lo studio, valorizzare un gioiello storico e accogliere i turisti che possono così ripercorrere la storia del borgo incantano e di chi nei secoli lo ha abitato.

«I cittadini di Centola sono particolarmente affezionati a questo luogo, appartiene al paese, è il pezzo importante», ha spiegato il vicesindaco Silverio D’Angelo. «Ci sono aspettative sul recupero del borgo, si è fatto molto e molto stiamo facendo come amministrazione per recuperare i pezzi più importanti», aggiunge il vicesindaco. «Lo scopriamo come scrigno di storia, conosciamo il perimetro del castello. In passato abbiamo cercato frammenti di notizie sul borgo, oggi con la Sovrintendenza stiamo ricostruendo l’abitato, quali civiltà vi hanno dimorato. C’è un intreccio che va studiato anche per i vari collegamenti con Roccagloriosa».



L’eco di tanta bellezza può arrivare più lontano, fino a diventare un’appendice culturale e storica importante per il turismo balneare. «Fare una passeggiata significa anche riappropriarsi della storia del passato», aggiunge D’Angelo. «L’obiettivo è che questi spazi poi possano ospitare spettacoli teatrali di nicchia, concerti di musica classica. Sono luoghi di suggestione grazie anche alla presenza delle gole del Mingardo. Abbiamo imboccato la strada giusta, – conclude il vicesindaco – i tempi sono lunghi ma noi andiamo di fretta».

I reperti archeologici, scoperti da un gruppo di studiosi, sono stati rinvenuti durante i lavori che stanno interessando il recupero del castello medievale, risalente all’XI secolo. «Siamo ancora in una prima fase degli scavi – ha spiegato Maria Tommasa Granese, funzionaria-archeologa della Soprintendenza – Ci siamo concentrati per riportare alla luce quanto più possibile visto che il castello era praticamente ricoperto da massi ed erbacce. Tuttavia, è già possibile capire che il maniero ha attraversato diverse fasi. Reperti? Dobbiamo approfondire gli studi per risalire alla datazione esatta».

I lavori sono stati commissionati dal Comune di Centola e finanziati dal ministero dell’Interno per 797mila euro. Si stanno svolgendo sotto la direzione scientifica della Soprintendenza “Archeologia, belle arti e paesaggio” delle province di Salerno e Avellino. Oltre alle sei tombe di bambini, sono emerse una cappella, una cisterna e altri ambienti, che il gruppo di studiosi sta ancora studiando. E tra i reperti riportati alla luce ci sono anche delle monete.

Un gioiello medievale che potrebbe diventare un vero e proprio museo a cielo aperto, proprio come il borgo abbandonato di San Severino su cui svetta, negli ultimi anni sempre più meta di turisti. «Abbiamo sempre creduto nella valenza artistica e culturale del borgo e del castello di San Severino – ha evidenziato il sindaco Carmelo Stanziola – e fin dal primo giorno del nostro insediamento ci siamo attivati per reperire risorse per gli scavi e la messa in sicurezza dell’intera area. Siamo felici di raccogliere i primi risultati e renderli, speriamo quanto prima, fruibili alla nostra comunità e ai tantissimi turisti che frequentano il nostro territorio. Tutto ciò che interessa la cultura, in un territorio già ad alta vocazione turistica per le sue bellezze naturalistiche, funge sicuramente da ulteriore attrattore».

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