Topografia antica, la collezione privata del geometra cilentano Pasquale Aprile in mostra a Taranto

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Topografia antica, la collezione privata del geometra cilentano Pasquale Aprile in mostra a Taranto

Una passione per gli strumenti di misurazione che lo accompagna fin da giovanissimo, diventata negli anni un mestiere da un lato, ed una collezione privata di grande pregio, dall’altro. Gli strumenti topografici antichi del geometra di Castelnuovo Cilento Pasquale Aprile approdano in Puglia, al Museo Diocesano di Taranto, all’evento Geometrie Urbane, dove oggi, venerdì, alle 15 si terrà l’inaugurazione della mostra dal titolo “Misurare la Terra è come abbracciarla, ma si abbraccia solo chi si ama”.

La mostra, con gli strumenti della collezione privata del geometra cilentano, sarà visitabile gratuitamente venerdì fino alle 23; sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 23. L’appuntamento rientra nell’evento Geometrie Urbane, progetto realizzato da Archita Festival e dal Collegio Proviniale dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Taranto, che giunge alla sua seconda edizione. L’iniziativa, iniziata il 12, continuerà fino al 16 dicembre in diverse location di Taranto.

La collezione di Aprile comprende alcuni degli strumenti di misurazione in uso dalla fine del Settecento al Novecento: livelle, teodoliti e tacheometri. La livella a cannocchiale era utilizzata per determinare l’elevazione ed era costituita da una livella montata in parallelo a un cannocchiale amovibile su un sostegno a Y. I teodoliti erano impiegati per misurare con grande precisione gli angoli sia orizzontali sia verticali ed erano costituiti da un cannocchiale fissato a un cerchio verticale graduato, due piastre circolari orizzontali e due livelle. Il tacheometro, invece, era una specie di teodolite che consentiva di misurare anche le distanze. Questi strumenti sono utilizzati ancora oggi nella loro versione moderna, con sensori laser e svariati componenti elettronici.

Nel XVIII e XIX secolo, i geometri erano professionisti di grande importanza, responsabili della tracciatura delle linee necessarie a mappare le città, scavare canali, costruire strade e posare binari ferroviari in un mondo che si stava rapidamente industrializzando. I loro beni più preziosi erano gli strumenti di misurazione di cui disponevano, come teodoliti, tacheometri e livelle. Questi congegni non erano semplicemente strumenti di misurazione ad alta precisione, ma anche oggetti realizzati ad arte: acciaio, bronzo o rame scintillanti, a volte accompagnati dall’intensa tonalità bruna di custodie o treppiedi in legno.

Strumenti che hanno plasmato il mondo. Il XVIII e il XIX secolo furono l’età d’oro della topografia, un’era in cui parti del mondo fino ad allora prive di mappatura, tra cui le Americhe e le lontane colonie europee, aprirono nuove frontiere al commercio, allo scambio e all’insediamento. Per sfruttare le risorse di queste regioni, era essenziale conoscere la configurazione del territorio. Per questo motivo, la misurazione geodetica e la mappatura topografica acquisirono un’importanza fondamentale. I governi compresero rapidamente il ruolo essenziale svolto dai geometri nell’assumere il controllo su territori e risorse. Mappare queste terre sconfinate era un’impresa di proporzioni colossali. I geometri si trovavano spesso a lavorare in territori ostili e a trascorrere mesi sul campo misurando montagne, fiumi, coste e altri elementi topografici con i loro fidati strumenti di misurazione.

Fino all’avvento della Rivoluzione Industriale nella seconda parte del XIX secolo, questi strumenti erano realizzati da artigiani che, di frequente, erano anche inventori autodidatti. I pezzi venivano spesso rifiniti con particolari e intagli raffinati che variavano a seconda di chi li aveva commissionati. Anche in seno a piccole serie di 10-20 pezzi, ogni strumento poteva essere considerato un pezzo unico per via delle diverse rifiniture che lo contraddistinguevano dagli altri. I migliori strumenti di misurazione facevano parte dell’attrezzatura scientifica più avanzata dell’epoca, essendo estremamente ricercati e di immenso valore, non solo per i livelli di precisione mai raggiunti prima di allora, ma anche per la maestria artigianale e l’estetica sublime che emanavano.

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