Tragedia Ciclope, parla il papà di Crescenzo: «Con il silenzio mio figlio muore due volte»

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Tragedia Ciclope, parla il papà di Crescenzo: «Con il silenzio mio figlio muore due volte»

Sono passati più di 115 giorni da quella tragica notte di agosto quando, all’interno della discoteca Il Ciclope di Marina di Camerota, Crescenzo Della Ragione perse la vita. Il giovane era in vacanza nel Cilento, come spesso accadeva. Doveva partecipare ad una serata in spiaggia, al lido della stessa discoteca, quando per cause legate al meteo, la serata fu spostata all’interno, appunto nella grotta che ospita il locale da diversi anni. Improvvisamente la perturbazione aumenta. Tuoni, fulmini e la pioggia cade giù forte. Crescenzo ha solo 27 anni. E’ in compagnia di un amico e del cugino. I tre fanno «pari e dispari», non sanno se uscire o rimanere. Ma dalla grotta stanno andando tutti via. Un attimo di esitazione costa caro, a volte. Dalla grotta, infatti, si stacca una frana. Il masso più grande travolge e uccide il ragazzo. Da quel giorno la verità è rimasta insabbiata sotto quella frana. Il masso non lo ha trovato mai nessuno. Gli indgati sono quattro, «ma con il silenzio mio figlio muore due volte», dice Antonio, papà di Crescenzo, ai microfoni de Il Mattino. «Crescenzo studiava Giurisprudenza – continua – e diceva sempre che la “caciara” non serve, bisogna ragionare sulle cose e chiedere l’applicazione della legge: ed è così che io ho vissuto fino ad ora, tacendo e vivendo nel riservo il mio dolore. Ma oggi sono 117 giorni che mio figlio è stato ammazzato ed ora voglio dalla giustizia quelle risposte che tardano ad arrivare». 

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