Tragedia Ciclope, Varcaturo abbraccia Crescenzo per l’ultima volta. Vescovo: «Per interessi si rischia di far male»

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Tragedia Ciclope, Varcaturo abbraccia Crescenzo per l’ultima volta. Vescovo: «Per interessi si rischia di far male»

Una bara bianca. Una maglia e una sciarpa dell’Inter. E un’altra della Mercatone Uno (squadra maschile di ciclismo). Il funerale di Crescenzo Della Ragione, il 27enne morto lunedì notte nella discoteca Il Ciclope di Marina di Camerota schiacciato da un masso, è straziante e colmo di persone. La famiglia è distrutta dal dolore, ma composta. Gli amici portano in spalla il feretro arrivato nella chiesa di San Luca Evangelista alle 12 di questa mattina. Un Ferragosto incredibile. Questo giorno Crescenzo lo avrebbe passato con gli amici, tra un tuffo nelle acque cristalline di Camerota e un aperitivo, tra un giro in barca e un’insalata in spiaggia. «Non possiamo non porci domande per quello che è accaduto al povero Crescenzo e non pensare, pur senza voler esprimere giudizi, che l’uomo quando si allontana dalla vita e persegue soli l’interesse rischia di far del male a se stesso e ai suo fratelli», ha detto il vescovo di Aversa Angelo Spinillo durante l’omelia. Il ciclismo e il calcio erano le due grandi passioni di Crescenzo. I palloncini bianchi fanno ombra alla maglia neroazzurra della squadra di calcio di Milano e a quella gialla e celeste della Mercatone Uno. Papà Antonio e mamma Anna, i genitori di Crescenzo, erano in prima fila, stretti tra gli abbracci di chi ha passato più di un quarto di secolo con il figlio e ora lo accompagna in spalla. Ci sono i cugini, gli amici e tanti striscioni. «Amico leale, vero, positivo, sincero, solare, presente…unico», si legge su un lenzuolo bianco. Un’altra scritta di vernice nera dice: «Hanno spezzato il tuo sorriso, così come la tua vita, ma non in noi. Ciao Crescè». 

Intanto le indagini sulla morte del 27enne proseguono. Nel registro degli indagati Giancarlo Grippo, capo procuratore di Vallo della Lucania, ha iscritto quattro nomi. Quello del sindaco di Camerota, Antonio Romano, quello del gestore del locale, Raffaele Sacco, e quello di due tecnici di Caserta. Ieri si è svolta l’autopsia nell’obitorio dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania. L’esame autoptico ha confermato che la morte sarebbe avvenuta causa un masso che si sarebbe staccato da 60 metri all’interno della grotta Caprara. Ma quel masso è al centro delle indagini perchè non si trova. Intanto il cerchio degli indagati potrebbe allargarsi. Al vaglio degli investigatori ci sono altre posizioni, di altre persone che quella sera erano presenti nel locale. 

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©Foto Giacomo Di Laurenzio

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