Troppi cinghiali in Cilento, sindaci convocati in Prefettura. Palmieri: «Ora proposta seria»

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Troppi cinghiali in Cilento, sindaci convocati in Prefettura. Palmieri: «Ora proposta seria»

Anche la comunità montana Alburni sarà presente alla riunione convocata in Prefettura per il prossimo 27 agosto per discutere dei problemi del territorio. Primo fra tutti quello dei cinghiali, che negli ultimi mesi si è trasformato in vera e propria emergenza. Lo rende noto il presidente, Pino Palmieri, che da tempo si batte per affrontare le questioni che attanagliano l’area: il disastro della viabilità, la problematica dei cinghiali che diventa sempre più urgente anche alla luce di quanto si sta verificando in tutta Italia e nel territorio salernitano, fino alle problematiche derivanti dai limiti imposti dal vivere in un’area protetta. «Bisogna mettere in campo una proposta seria e competente – commenta Palmieri – ma soprattutto costruita da persone che hanno a cuore il territorio».

Palmieri si dice a favore di una idea condivisa, che sia risolutiva dei problemi atavici della comunità degli Alburni, e che metta al centro dell’attenzione gli interessi della gente e non quelli della politica. Per Palmieri anche la stampa deve fare la sua parte: «Noi abbiamo il dovere di reagire agli attacchi subdoli di persone che gestiscono l’informazione a loro piacimento – afferma il Presidente dell’ente montano degli Alburni – e conniventi con un sistema politico che pensa esclusivamente all’interesse di pochi». 

«Leggere il solito articolo del giornalista di parte che crede di essere il detentore della verità – continua – dimostra il poco confronto che esiste sul territorio. Chi oggi si sforza di dare una lettura degli eventi è stato per anni complice di una classe politica inadeguata e che ha portato il territorio alla desertificazione». Palmieri annuncia che il 27 agosto comuni e Comunità Montana parteciperanno all’incontro, per «dare inizio ad una nuova stagione, e per cercare di riscattare una comunità troppo a lungo mortificata. Siamo al punto di non ritorno o si vive tutti o si muore tutti», conclude. 

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