Turismo, Saverio Principe: «Sviluppo aree interne del Cilento è futuro»

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Turismo, Saverio Principe: «Sviluppo aree interne del Cilento è futuro»

di Luigi Martino

«Cilentano di nascita e per scelta. Instancabile ottimista che, nonostante tutto, ancora si commuove nel perdersi tra le rugose storie della propria terra». Si definisce così Saverio Principe, imprenditore turistico di Centola, comune del basso Cilento che affaccia sul mare cristallino di Capo Palinuro. Abbiamo intervistato Saverio.

Ciao Saverio e grazie per averci concesso questa intervista.
Grazie a voi tutti che date l’opportunità ai ragazzi che come me decidono di dare, con le proprie iniziative, un nuovo volto al nostro Cilento. Prometto di ricambiare con risposte sincere!

La tua missione, il tuo credo. Cosa fai nella vita.
Se mi avessi posto questa domanda meno di un anno fa ti avrei restituito una risposta completamente diversa. Ma l’improvvisa perdita di un punto di riferimento come mio padre avvenuta, tra l’altro, in un momento così difficile come quello della pandemia, mi pone oggi in una prospettiva completamente diversa. Sebbene comprendessi anche prima le responsabilità di una tradizione lavorativa come la nostra (che con me arriva alla quarta generazione), questi stravolgimenti che mi hanno portato ad una staffetta forzata nella gestione delle nostre attività hanno fatto si che io modificassi, drasticamente, i miei piani e i miei obiettivi nell’ottica di una nuova missione ben più valida: dare continuità e senso agli sforzi di chi mi ha preceduto e ridare dignità al territorio che ha dato la possibilità a questi sforzi di trovare un riscontro.

Partiamo da Centola, da dove tu cerchi di muovere i fili delle tue idee. Su cosa sei concentrato adesso?
Il dirottamento delle energie verso situazioni extralavorative e le incertezze dovute al COVID19 sono state tra le concause del ridimensionamento dell’assetto imprenditoriale degli ultimi mesi. Oggi, con una nuova consapevolezza, sto predisponendo non solo la riattivazione delle attività sospese come la ristorazione ed il commercio ma anche l’implementazione delle stesse con l’apertura di una nuova struttura ricettiva e con la realizzazione della piattaforma Diatomé. Una sovrastruttura organizzativa con la quale andrò a gestire, sinergicamente, alcuni aspetti della gestione delle mie imprese.

Pandemia e turismo sono due termini che non vanno poi così d’accordo. Il Cilento nel nuovo anno: cosa succederà secondo te.
Ribadisco ciò che scrissi in un mio articolo nel mese di marzo. Si va verso la cosiddetta shut-in economy ossia una sorta di nuova normalità a cui dovrà adeguarsi il mondo delle piccole e medie imprese, pena: la soccombenza. Il Cilento, complice anche l’ormai avviata campagna vaccinale, ha la possibilità di vivere una seconda estate soddisfacente come quella del 2020. Non una sorpresa se si pensa al concetto dell’Undertourism così come sintetizzato dal Prof. Dall’ara. Tuttavia, la speranza è che le istituzioni e la classe imprenditoriale riescano a vivere questo momento come una possibilità di riorganizzazione generale. Insomma, un vero ammodernamento. 

Palinuro e Marina di Camerota sono due località assai rinomate a livello turistico. Ma i loro borghi interni che ruolo potrebbero avere?
Le mie attività principali, almeno per adesso, orbitano attorno a quel che resta del brand “Palinuro”. Una realtà che, così come anche Marina di Camerota, riesce ancora a garantire un supporto economico importante all’intera area. Tuttavia, i miei nuovi investimenti si concentrano tutti nell’entroterra, poiché ho sempre creduto che risieda lì il futuro economico del nostro territorio. Nelle pietre dei centri storici, nei vigneti, nelle tradizioni rurali e artigianali. Una nuova forma di economia sostenibile legata a doppio filo alle tradizioni millenarie del nostro Cilento. Una new-economy che, però, non pretenda in alcun modo insediare il turismo estivo ma di affiancarlo migliorandolo. Che sia finalmente giunto il tempo della famosa destagionalizzazione?

I prodotti, le storie di chi abita i luoghi. Quanto sono importanti queste cose per completare l’offerta turistica?
Dipende. Sono inutili se si intende continuare ad inseguire una economia prettamente balneare come quella che abbiamo avuto modo di vedere negli ultimi anni sulla costa, o fondamentali se pensiamo che la strada giusta sia quella di preservare l’identità del territorio nell’ottica di una nuova rivoluzione sociale ed economica. La stessa identità culturale che trenta anni fa ha spinto l’Unesco a decretare l’elezione del Cilento come patrimonio dell’umanità. 

Obiettivi e sogni nel cassetto.
Schopenhauer direbbe che “la vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere ma sfogliarli a caso è sognare.” Non so dove mi porterà la vita, quali obiettivi raggiungerò e se questi saranno in linea con i miei sogni, ma so come la affronterò: senza arrendermi mai!

Grazie Saverio.
Grazie a voi.

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