Un cammino lungo 28 anni: San Biase di Ceraso dice «grazie» a Don Aniello

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Un cammino lungo 28 anni: San Biase di Ceraso dice «grazie» a Don Aniello

Si è concluso ieri sera, con l’ultima messa domenicale, il lungo cammino pastorale di Don Aniello a San Biase, piccola frazione del Comune di Ceraso. Un momento carico di emozione e gratitudine, vissuto intensamente dai cittadini del piccolo borgo che, per quasi trent’anni, hanno condiviso con lui un percorso di fede, crescita e comunità. Don Aniello ha saputo lasciare un segno profondo nella parrocchia di San Biagio, distinguendosi per il suo spirito di iniziativa e la costante attenzione verso ogni membro della comunità. Tante le iniziative da lui promosse nel tempo, tutte accomunate da un obiettivo chiaro: costruire una comunità inclusiva, capace di accogliere e non lasciare indietro nessuno. Al termine della celebrazione, le parole di un giovane parrocchiano – rappresentante di una delle tante generazioni cresciute sotto la sua guida – ha espresso il sentimento comune dell’intera comunità. Un tributo sincero e toccante, e molto emblematico, che ha testimoniato l’eredità spirituale e umana lasciata da Don Aniello. La serata si è poi conclusa in piazza, con una grande festa. Un saluto affettuoso a chi, per decenni, è stato non solo parroco, ma guida, amico e punto di riferimento per la gente di San Biase.

Ecco il discorso di ringraziamento rivolto al suo parroco dalla comunità di San Biase attraverso le parole di Federico:

“DON ANIELLO: IL PARROCO-COSTRUTTORE

Il noto intellettuale napoletano, Luciano De Crescenzo, avrebbe certamente parlato di “popolo d’amore” riferendosi alla splendida comunità di San Biase. Una comunità piccola, tra le più piccole del Cilento, eppure caratterizzata da un’insolita vivacità e voglia di fare. 

Don Aniello, arrivando a San Biase 28 anni fa come giovane parroco, trova un terreno fertile che aspetta solo di essere seminato. È il matrimonio perfetto. Un parroco giovanissimo, da poco sacerdote, subito soprannominato “u uagliuncieddo”. È cilentano, proviene anche lui da un piccolo borgo qual è San Mauro, quindi conosce certe dinamiche. E forse anche per questo non ha difficoltà a calarsi nell’ambiente fin da subito. Nasce un rapporto particolare che pone le basi per far nascere grandi progetti. E i primi progetti non tardano ad arrivare: San Biase, tra la fine degli anni 90 e i primi anni 2000, è una comunità in fermento in cui si susseguono iniziative che spaziano dall’ambito culturale a quello religioso attualizzando quell’unione, storica ma non scontata, che lega la componente sociale alle radici cristiane della nostra civiltà. Così sono nate le prime inziative religiose ma anche sociali, dai catechismi “alternativi”, alle gite fuori porta e al mare. Don Aniello è un prete di campagna perché viene dalla campagna, e anche noi sanbiasesi veniamo dalla campagna. La campagna insegna il senso della praticità che si compie nella semplicità e spontaneità della sua gente. E Don Aniello incarna queste caratteristiche riuscendo ad avvicinare la gente alla Chiesa, non tanto alla messa domenicale, ma ai contenuti che essa esprime. È con questo spirito che nasce la Festa del Pane, il progetto più riuscito, la manifestazione comunitaria per antonomasia, senza scopo di lucro, ma a cui tutti vogliono partecipare nel segno dello spirito di appartenenza a una comunità che si riscopre, attraverso le proprie radici, per rimanere viva. E quando gli scoraggiati organizzatori della Festa del Pane si rivolgono a Don Aniello, pieni di dubbi, chiedendogli cosa dovranno preparare, lui li rassicura rispondendo: “pane e olio, non vi preoccupate”. E in effetti il pane è il simbolo del nostro borgo grazie alla presenza dell’antico mulino ad acqua alimentato dal fiume Palistro, e l’olio d’oliva è l’icona del nostro Cilento: elementi semplici ma al contempo essenziali, che provenendo direttamente dalla terra ne conservano il profumo e ne preservano il carattere. Quel carattere semplice ma fruttifero proprio com’è stato l’operato di Don Aniello. E ora quel “popolo d’amore” che per 28 anni ti ha seguito fiducioso, esprime la propria gratitudine nel momento in cui si è giunti a uno svincolo inevitabile che divide le nostre strade ma che non cancella il cammino fatto insieme.

 Negli ultimi anni, al suo fianco, c’è stato Don Gennaro, presenza discreta ma preziosa, che con il suo sostegno silenzioso ha condiviso il cammino e rafforzato il legame con la comunità. Ringraziamo di cuore anche lui, per l’impegno e la vicinanza dimostrata.”

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