Vallo della Lucania, opposizione denuncia: «Polo e auditorium utilizzati per scopi diversi da quelli per cui sono stati concepiti»

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Vallo della Lucania, opposizione denuncia: «Polo e auditorium utilizzati per scopi diversi da quelli per cui sono stati concepiti»

Scoppia un altro caso a Vallo della Lucania. Questa volta non legato ai lavori di riqualificazione, né ai ritardi della pubblicazione dei bilanci, ma relativa a due strutture: il teatro auditorium ‘Leo De Berardinis’ e il ‘Polo Tecnologico’. A sollevare la questione, maturata già tempo fa, è stata la minoranza, presieduta da Pietro Miraldi ed Emilio Romaniello. Quest’ultimo, in particolare, ha dichiarato che si tratta di «due strutture utilizzate per scopi diversi da quelli per le quali sono state concepite».

Il polo tecnologico, a quanto pare, ha preso il ruolo di ‘aula consiliare’. «Fui io stesso – afferma il consigliere Romaniello –, durante l’amministrazione Cobellis, a curare il finanziamento di circa 200mila euro attingendo dai fondi Por Campania. Avevamo preso contatti con alcune università telematiche – continua – e pensato di localizzarlo ad Angellara, firmai la convenzione tra la fine del 2010 e inizio 2011. Con l’avvento dell’amministrazione Aloia – precisa Romaniello – venne operata una variante localizzandolo presso il convento degli ex domenicani e battezzandolo ‘Palazzo della Cultura’».

Insomma, una vicenda alquanto ambigua e la domanda di che fine hanno fatto quei 200mila euro citati da Romaniello sorge spontanea. «Con quei soldi – spiega il consigliere – hanno arredato l’aula consiliare, utilizzando un finanziamento adibito ad aule didattiche per videoconferenze e seguire lezioni universitarie a distanza». Ma la questione diventa man mano sempre più astrusa in quanto ci si chiede per quale motivo non sia stato revocato il finanziamento, visto che il Polo non è mai stato inaugurato. Anche a questo dogma risponde Romaniello. «Ufficialmente non si sa l’aula consiliare dove sia, in quanto se loro dovessero ammettere che è quella dove si svolge ora il consiglio, potrebbe essere revocato il finanziamento». Ma per la minoranza l’amministrazione non sta sottovalutando completamente il problema, e sta cercando di rimediare nel modo che ci spiega Romanello. «Per mettere una pezza – conclude – rincorrono le università telematiche, si parla di Pegaso, e stanno verificando cosa serve per fare aule universitarie idonee all’uso».

L’auditorium Leo De Berardinis A questo punto la parola passa al consigliere di minoranza Pietro Miraldi, che dichiara: «Non doveva essere un luogo dove ascoltare la musica? E invece ci si fa una stagione teatrale per fare concorrenza al teatro ‘La Provvidenza’, una delle poche realtà che funziona a Vallo». Come se non bastasse Miraldi tenta di far chiarezza anche su un altro particolare e aggiunge: «Come è stato affidato e con quale bando? E pensare che quando fu deliberata la convenzione al conservatorio di Avellino, al modico prezzo di 70mila euro annui, io presino le difese della coop che gestisce il Parco della Musica che già lavorava, a costo zero, con quello di Salerno, il sindaco disse che non si potevano avere due conservatori in città. E due teatri sì?» 

 Anche questo caso si presenta abbastanza enigmatico. Non tanto il fatto che non stia svolgendo a pieno il ruolo per il quale questa struttura è nata, ma perché dopo circa 6 mesi ancora non si è riuscito a capire a chi ne è affidata la gestione. Miraldi afferma: «La gestione doveva essere affidata ad una fondazione partecipata, ma ad oggi non se ne ha notizia». Qualche mese fa un esponente della maggioranza, Celestino Sansone, dichiarava che «la gestione continuava ad essere comunale e che bisognava decidere se lasciarlo nelle mani del comune oppure darlo a ‘soggetti diversi dal comune’». Il tutto, però, doveva essere oggetto di delibera. Quella stesse delibera che a detta della minoranza ancora non è stata presentata agli atti comunali e non è quindi ufficialmente chiara la gestione della struttura.

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