Vallo della Lucania tra sanità, spazzatura e amministrazione. Intervista a Dino Ruocco: «Bisogna uscire dal letargo»

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Vallo della Lucania tra sanità, spazzatura e amministrazione. Intervista a Dino Ruocco: «Bisogna uscire dal letargo»

Vallo della Lucania è il centro nevralgico del Cilento essendo sede dei principali servizi del territorio, tra tutti ospedale e tribunale. A fare un’analisi a tutto tondo sulla cittadina è Dino Ruocco, componente della segreteria del Pd di Vallo della Lucania, il quale parla del comparto rifiuti, sanità e amministrazione Aloia.

Parliamo col un componente della segreteria del PD di Vallo su tutto quello che sta accadendo in questi frenetici giorni.

D. Il Pd ha vinto le elezioni e, alla fine del mandato il presidente Iannone ha inviato un sostituto al commissario del Corisa4 Del Gaudio. Come persona che ha seguito le vicende degli operai del Corisa4 quali le urgenze del settore, e che futuro può avere questo ente nel Cilento?

Innanzi tutto devo dire che il Pd ha avuto nelle recenti elezioni di secondo grado un ottimo risultato confermando il trend di tutti i sondaggi messi in campo sino a qualche ora prima e che vedevano il Pd quotato al 42%. In merito alla domanda sono di domenica mattina, uscite su un quotidiano a tiratura provinciale, alcune azioni già messe in campo dal neo eletto presidente Canfora. Secondariamente nella giornata del 20 ottobre us è stata disposta la sospensiva del decreto del commissario della Provincia di Salerno che revoca l’incarico di commissario Del Gaudio. Non c’è alcun dubbio che tutto quello ch’è accaduto a ridosso delle elezioni provinciali, a cui a seguito del decreto Del Rio hanno votato solo gli amministratori dei comuni, nelle aziende che si occupano di rifiuti. Mi riferisco al rinnovo del Cda della Yele spa, la revoca e la nomina di un presunto nuovo commissario (alla data in cui si scrive non è presente alcun decreto) e un autorizzazione sindacale di Vallo della Lucania che io credo vada ben oltre i poteri concessi al Sindaco dalle leggi. Ma questo è un altro discorso. Il presidente Canfora, persona che sente i problemi cui sono stati sottoposti gli operai, ha inteso subito inviare un segnale a questo territorio. Perché la situazione che gli operai vivono è diventata un problema sociale. Restare senza stipendio per mesi, promesse di pagamento non mantenute etc, ha portato molti di questi ‘ragazzi’ a vivere crisi familiari e sanitarie. Non conosco bene la situazione delle cooperative e spesso abbiamo sentito parlare di Piano Industriale. Ho avuto la possibilità di quantificare e valutare stazionario il flusso dei rifiuti che sono stati trattati dal Corisa4. Questo almeno fino al 2012. La domanda che mi pongo è: «Se ci sono le convenzioni con le cooperative che hanno un numero di dipendenti tali da coprire quel servizio per quei quantitativi, oltre ai 65 dipendenti del Corisa4, come mai si è ritenuto ‘necessario/indispensabile’ aumentare le spese del personale?». Un’altra domanda è: «Se metto a riposo gli operai del CORISA4, pagandogli lo stipendio base, e le cooperative fanno lavorare altre persone, raggiungendo il numero previsto necessario di operatori, il cittadino è stato costretto o no a pagare due volte il servizio?». E ancora: «Se faccio lavorare gente in esubero di personale, di cui praticamente potrei farne a meno, chi paga e poi  chi ha fatto ciò è un buon amministratore?». Queste sono le domande che tutti noi dovremmo porci e ancor più chi si accontenta di aver a fine mese 300,00€.

Si crea lavoro quando questo è produttivo. Non serve lavorare a tre mesi e poi essere mandati a calci a casa o non essere pagati. Non è dignitoso da parte di chi compie queste azioni ed è umiliante da parte di chi le riceve. Io credo che nel giro di qualche giorno qualcosa si muoverà e così si potrà ristabilire un minimo di gestione dell’ordinario. Il futuro, nel settore dei rifiuti, non c’è se tutti non ci abituiamo innanzi tutto a differenziare. Secondo abbiamo bisogno di impianti efficienti e poco inquinanti. Il ciclo dei rifiuti deve essere chiuso. Certo a Vallo siamo indietro anni luce. A dispetto molte comunità cilentane ci distinguiamo solo quando andiamo a votare nei cda ma quando si tratta di ricevere premi per la qualità e la quantità della raccolta differenziata siamo come tanti altri.

D. Come sta la sanità del Cilento? Che cosa succede con il taglio chiesto da Renzi e quali sono le luci e le ombre?

La sanità del Cilento? Direi quello ch’è rimasto della Sanità! Beh è sotto gli occhi di tutti. Operatori del settore e consumatori dei servizi sanitari. Sono chiusi quattro reparti dell’ospedale San Luca ed è trascorso oramai un anno quasi dalla chiusura dell’ospedale di Agropoli. La rete dell’emergenza che si era tentata di costruire convertendo il plesso ospedaliero di Agropoli in un polo oncologico dava la grande possibilità a questo territorio di avere due eccellenze. Questo nei pensieri di chi aveva pensato alla nascita di questi plessi. Poi è successo che si sono spostati interessi politici ed economici. Sia l’ospedale di Agropoli che di Vallo della Lucania erano da chiudere, queste le previsioni per avvantaggiare territorio a più densità abitativa. La prima è stata portata a compimento la seconda, nel silenzio di chi oggi amministra il comune di Vallo della Lucania, operatore del settore, e che guadagnava 98.467,88€ nel 2011, 125.354,00€ nel 2012 e 142.063,72 € nel 2013 se n’è avvantaggiato certamente. Parlano i numeri. Nonostante si siano fatti proclami elettorali. Oggi il sindaco pensa a salvaguardare esclusivamente la sua posizione. E quella dei cittadini? Garantire i servizi essenziali ai cittadini, garantire la permanenza dell’ospedale, non come edificio, come erogatore di servizi per la cura delle persone è un dovere. E poi si fanno le delibere di giunta per aumentarsi anche le indennità. La giunta di Vallo della Lucania è costituita da tre medici di cui un primario. E non siamo capaci di salvare i servizi. L’estrazione partitica degli amministratori, 7 su 6, è di centro destra. Cioè elettori di Caldaro e condivisori, altrimenti si sarebbero opposti, della linea politica in tema sanitario.

Non voglio però dimenticare le azioni messe in campo dal consigliere regionale di origini vallese, come componente di maggioranza in Regione Campania e capogruppo dell’Udc, che l’hanno scorso salvò ai voti l’attuale governatore dalla caduta sulla manovra finanziaria. Dicevo, sono state tantissime le azioni messe in campo dal consigliere vallese che non riesco a ricordarle tutte. Ne ricordo una, all’inizio della campagna elettorale per l’elezioni del marzo 2009: si manifestava contro la chiusura/spostamento del servizio del 118.

La richiesta di Matteo Renzi alle regioni di tagliare 4 miliardi di sprechi, non è qualcosa di così assurdo. Anzi, il sacrificio equivale a circa il 2 per cento di una spesa pubblica regionale che da quando nel 2001 è stato approvato il nuovo titolo V della costituzione è salita fino alle stelle. Per un simile motivo, chiamare in causa da parte delle regioni il ridimensionamento dei servizi essenziali per il cittadino, come la sanità e l’istruzione, è alquanto strumentale. L’obiettivo è di far sollevare le persone contro altri tagli agli ospedali e alle scuole, ma in realtà non è proprio così.

D. Il senso civico, questo sconosciuto. Lei ha agito anche per questo nelle vicende di Vallo, rispondendo a chi la accusa di opportunismo e la definisce un bamcomat. Qual è la sua verità nella sua avventura politica a Vallo della Lucania?

Bene questa domanda mi da la possibilità di fare un po’ di chiarezza. Quando appoggiai i LeAli per Vallo lo feci esclusivamente perché mi avevano garantito la messa in campo di un certo tipo di politica esercitata con criteri partecipativi, modalità di trasparenza e soprattutto di condivisione delle scelte. Questo un fatto. Man mano che ci si allontanava dalla data del 15-16 maggio 2011 queste componenti venivano a mancare sempre più. Altro fatto. Durante la mia vicinanza all’amministrazione Aloia ho ricevuto dagli uffici comunali un solo incarico pubblico. Altro fatto. Nel periodo sino al quale sono stato vicino a quest’amministrazione ho redatto pochissime pratiche edilizie per privati. Altro fatto. Questi fatti sono dimostrabili con accesso ad atti, ai quali da ora do il consenso all’accesso, presenti negli uffici comunali. Chiedo però di verificare anche chi ha avuto un carico eccessivo di lavoro e di contributi pubblici.

Lasciata quest’amministrazione mi sono accorto, e ancora oggi ne ritrovo tracce, della presenza di due ingredienti dell’agire politico vallese: 1) la diffamazione dell’avversario; 2) la ricerca di consensi basata sull’erogazione di incarichi e contributi più che su idee di sviluppo della comunità.

A questo punto ho cercato di capire e vedere l’interesse degli amministratori verso la comunità vallese in tutti gli atti prodotti. Ci sono cose che davvero superano ogni limite almeno a mio avviso. Ma nessuno se ne occupa. Vuoi perché gli è stato promesso l’incarico, vuoi perché ha un problema da risolvere, vuoi perché ha un problema al cuore, vuoi perché si deve fare le analisi ma nessuno si frega di quello che accade realmente in questa città. Se lo fa un pinco pallino qualsiasi allora quel soggetto va indicato come un mascalzone che siccome non si è fatto i fatti suoi allora crea casini. E se invece si ha un senso del bene comune? E se tale senso lo avessero non uno ma più cittadini? Quanto ne potrebbe guadagnare l’intera collettività? Ci sarebbe bisogno di fare accordi e accordicchi squallidi per mettere su una lista di nomi, somma algebrica di numeri (i cittadini che senza pensare si recano a votarli), per lo più medici? Davvero Vallo è priva di persone competenti capaci di leggere i documenti? Non credo. Io credo che Vallo e i Vallesi debbano uscire dal letargo nel quale sono stati portati e riprendersi il loro futuro. Altrimenti il mio consiglio è una fuga immediata in primis la mia.

Non ho alcun interesse specifico nel fare politica e spero che qualcuno s’impegni a fare di Vallo un paese nel quale si ritorni a vivere serenamente in cui chi si vuole assumere il ruolo di amministratore lo faccia con senso civico e d’interesse prima della collettività almeno. Io voglio continuare a fare la mia professione senza occuparmi di politica lasciando questo spazio ad altri.

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