Don Riboldi attacca i politici: “O ci ascoltate o non vi votiamo più!”
| di Maria Antonia Coppola"La cultura dell’illegalità è stata diffusa dallo Stato. Adesso tocca a noi. Ai politici bisogna dire: o ascoltate la nostra voce, o non vi votiamo più". Lo dice monsignor Antonio Riboldi, vescovo di Acerra, che parla provocatoriamente di "sciopero elettorale", dopo l’atto di accusa contro i politici contenuto nel documento della Cei sul Sud. "I cristiani al Sud devono svegliarsi. Invece oggi sono continuamente assistiti" denuncia in un’intervista a Famiglia Cristiana il vescovo da sempre in prima linea contro la camorra in Campania.
"Il Mezzogiorno non è l’Italia – aggiunge Don Riboldi – oggi si può dire che è una zona annessa. Sarà brutto, ma è così. In 50 anni il Sud ha visto solo parole ed errori: fabbriche nate e morte, terreni agricoli devastati, turismo in abbandono. Le mafie hanno avuto terreno fertile, arato dallo Stato e da un sistema di corruzione e di collusione impostato con straordinaria efficacia. E la gente ha subito e si è rassegnata. Ma la cultura dell’illegalità è stata diffusa dallo Stato. E non mi consola – continua il religioso – vedere che proprio chi ha contribuito alla logica della corruzione propone una legge contro di essa".
"La camorra domina i cuori e le menti. – dice ancora il vescovo di Acerra – Impedisce ai ragazzini di andare a scuola, perchè è lei che li vuole educare. Cutolo sosteneva che la camorra è come Robin Hood: toglie ai ricchi per dare ai poveri. Se la scuola non contrasta questa cultura dell’illegalità come strumento di protezione sociale, non ci sarà futuro per il Sud e neppure per l’Italia". Per il vescovo è necessario "tagliare i ponti, anche quelli tra le nostre chiese e la cultura mafiosa, che spesso dimostra di essere devota".
fonte: CampaniaReport
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