Yele, dopo le proteste l’ennesimo incontro: i giorni passano e la soluzione è lontana

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Yele, dopo le proteste l’ennesimo incontro: i giorni passano e la soluzione è lontana

Mercoledì 17 dicembre gli operai della Yele bloccano la superstrada 430 denominata Cilentana per protestare contro la mancata proroga e la «poca chiarezza» dei vertici della società che si occupa della raccolta dei rifiuti in gran parte del territorio cilentano. A Vallo Scalo i dipendenti scendono in strada e arriva la polizia. Cinque giorni dopo la storia si ripete: lunedì 22 dicembre, i lavoratori questa volta non sono ducento, ma meno di settanta. Riescono lo stesso a bloccare lo svincolo di Vallo della Lucania. Sono le 8 del mattino, alle 11,30 finisce tutto. E’ il presidente della Yele a mettere fine alla protesta e promette agli operai che oggi, martedì, ci sarà un incontro tra loro e il commissario liquidatore. L’ennesimo incontro. 

Sono all’incirca 300 gli operai che rischiano di essere licenziati. La maggior parte di loro vanta mesi e mesi di stipendi. Chi tre o quattro, chi addirittura diciotto. Ma qui non si tratta solo di stipendi. Il problema è occupazionale. Dal primo gennaio, infatti, rischiano di rimanere tutti a casa. Senza un lavoro. Senza una paga. «Senza un modo per sfamare i nostri bambini», dicono. Aspettano tutti la fine dell’incontro di oggi e la decisione del presidente e del commissario liquidatore della società. Dal nuovo anno, probabilmente, ogni comune del comprensorio a sud di Salerno dovrà trovare un modo per risolvere il problema legato al settore dei rifiuti. 

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