Vallo della Lucania: le richieste del coordinamento “Nove gennaio duemiladodici” contro il Polo ecologico

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Vallo della Lucania: le richieste del coordinamento “Nove gennaio duemiladodici” contro il Polo ecologico

Il destinatari del comunicato. Il coordinamento “Nove gennaio duemiladodici” ha redatto un comunitaco che sarà inviato a tutti i sindaci della comunità del parco, al parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, ai consiglieri regionali del Cilento, al presidente della comunità del parco, al commissario Vardè, alla provincia di Salerno, alla regione Campania e al ministero dell’Ambiente.

Il no al Polo ecologico. Nel comunicato Felice Pugliese ribadisce il no al Polo ecologico di Vallo della Lucania e chiede l’attivazione delle procedure necessarie a scongiurare la costruzione degli impianti in località Mazzavacche.

Revocare la delibera della Comunità del parco. La prima azione riguarda la delibera della Comunità del parco del 14.12.2011 in merito al Polo ecologico di Vallo della Lucania: Il comitato richiede la revoca di tale delibera con effetto immediato.

Il parco deve esprimere la cotrarietà al Polo. Il coordinamento chiede altresì al parco di “esprimere con apposita delibera, la contrarietà del consiglio direttivo dell’Ente Parco, in ossequio alla normativa comunitaria, nazionale e regionale, alla realizzazione di discariche e di qualsiasi tipo di impiantistica industriale per il trattamento dei rifiuti, al fine di sancire, in modo definitivo, un principio valido all’interno di tutta l’Area Protetta e delle sue Aree Contigue”

La proposta delle 4 R.Ma l’azione di “Nove gennaio duemiladodici” vuole essere anche propositiva, insistendo sull’importanza della riduzione dei rifiuti e sui principi delle 4 R (riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero): “In nome dell’autonomia richiesta e nell’interesse a proporsi quale laboratorio di pratiche ecologiche sostenibili, per l’elaborazione di uno studio tecnico scientifico, con relativo programma economico, finanziario e temporale che, attraverso l’individuazione di criteri ottimali dal punto di vista sociale, ambientale, localizzativo e delle tecnologie più evidentemente compatibili con i valori differenziati dell’area Protetta (culturali, ambientali, paesaggistici, storici, archeologici e percettivi), formuli una proposta di programma mirata alla riduzione progressiva della produzione ed al trattamento dei rifiuti secondo i principi delle cosiddette 4R (riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero), puntando prioritariamente al compostaggio, sia domestico che di comunità, ed a una sempre maggiore percentuale di raccolta differenziata”.

Eventuali inpianti in aree industriali. Il comunicato rimarca anche quanto già proposto dal comitato “Cilento oltre il rifiuto” e ribadito dallo stesso piano regionale sulla gestione dei rifiuti, ovvero gli impianti devono essere collocati in aree industriali già esistenti e adeguatamente attrezzate.

No ai poteri straordinari del commissario. L’ultima richiesta è rivolta a tutte le autorità destinatarie del comunicato e si riferisce al decreto legge del 25 gennaio dove il governo ha esteso i poteri dei commissari i quali possono esercitare “in via sostitutiva – si legge sul decreto legge del 25 gennaio 2012 n° 2 – le funzioni attribuite in materia ai predetti enti ed in deroga agli strumenti urbanistici vigenti”: “chiediamo a tutte le autorità in indirizzo di impugnare il citato D.L. del 25 gennaio u.s. che mortifica la tutela prevista da norme nazionali, regionali e comunitarie poste a garanzia del nostro territorio, esponendolo al rischio gravissimo ed irreparabile di veder insediate discariche, inceneritori e impianti industriali, in palese contrasto anche con le stesse finalità che hanno ispirato il recente Piano Regionale dei Rifiuti”.    

Di seguito il comunicato del coordinamento “Nove gennaio duemiladodici”:

Al Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Al Consiglio Direttivo dell’Ente Parco
Al Presidente f.f. della Comunità del Parco
Ai Comuni del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ed Aree Contigue
Alle Comunità Montane del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Alla Regione CampaniaAlla Provincia di Salerno

p.c.    On.le Luigi Cobellis

On.le Giovanni Fortunato
On.le Donato Pica
On.le Antonio Valiante

OGGETTO:   Piano Regionale dei Rifiuti Urbani della Campania (Delibera della Giunta Regionale n.8 del 23.01.2012) – Delibera della Comunità del Parco n. 6 del 14.12.2011 (Polo Ecologico di Vallo della Lucania) – Richiesta di revoca e invito all’attivazione dell’autonomia programmatica del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni

In riferimento alla problematica dei rifiuti nella Regione Campania ed in particolare alla Delibera della Comunità del Parco n. 6 del 14.12.2011, il Coordinamento “Nove Gennaio Duemiladodici”, alla luce anche dei recenti sviluppi della vicenda, rappresenta, con fermezza, quanto segue:

A seguito della necessità di far fronte all’ennesima emergenza nel settore dei rifiuti, il Presidente della Regione Campania, on. Stefano Caldoro, ha provveduto alla nomina di un commissario, il Prefetto Tino Vardé, con il compito esclusivo di individuare siti dove realizzare discariche nella Provincia di Salerno;

Il Presidente della Provincia di Salerno, on. Edmondo Cirielli, a seguito di tale nomina, ha invitato, nell’agosto 2011, i Sindaci della Provincia ad indicare e mettere a disposizione del Commissario eventuali siti da destinare alle verifiche di idoneità per impianti di discarica; 

Alla luce del mancato riscontro dei Sindaci, il Commissario, sulla base di un lacunoso e contraddittorio studio dell’Università di Salerno, ha individuato 4 siti per discarica in Provincia di Salerno: tra questi ben due siti nell’area del Cilento e Vallo di Diano che, se pure rappresenta i 2/3 della estensione della Provincia, presenta una minore consistenza demografica e non è mai stata interessata, se non di riflesso, da alcuna emergenza in materia di rifiuti.

In particolare, viene individuato il sito di Rìzzoli, nel Comune di Laurito, deputato ad ospitare una discarica di ben 110.000 tonnellate.

Viste le legittime proteste della cittadinanza di Laurito e dell’intero Cilento, la Comunità del Parco, con Delibera n.6 de 14.12.2011, ha ritenuto di recepire, in assenza, tuttavia, di qualsiasi valutazione di ordine normativo, tecnico e scientifico, la proposta di realizzare un Polo Ecologico, presentata “in alternativa alla discarica di Laurito e a qualsiasi altra discarica nel Parco;

Tale proposta ha candidato il territorio di Vallo della Lucania ad ospitare i rifiuti di ben 74 Comuni dell’Area Parco (complessivamente, si parla di 85.000 tonnellate), comprese diverse cittadine del Vallo di Diano, degli Alburni e dell’Alto Bussento.

Il progetto prevede, tra l’altro, la realizzazione di:

  • un sito di compostaggio per i rifiuti organici (26.000 tonnellate all’anno);
  • un, non meglio specificato, impianto di trattamento dell’indifferenziato (“piccolo STIR”, secondo le parole del Sindaco di Vallo della Lucania): l’impianto in questione dovrebbe trattare un volume di rifiuti pari a 33.000 tonnellate;
  • un sito di smaltimento (alias discarica) deputato a ricevere 30.000 tonnellate annue (13.250 tonnellate di scarti di lavorazione e sovvalli e 16.700 tonnellate di CDR da destinarsi al fantomatico inceneritore di Salerno).

Quale condizione essenziale della proposta, è stato, altresì, richiesto il contestuale riconoscimento dell’autonomia amministrativa, gestionale e finanziaria al territorio del Parco e delle sue Aree Contigue. 

Tuttavia, in data 9 gennaio, il Commissario Vardè, in assenza di qualsiasi autorizzazione e/o atto di assenso debitamente formalizzato, ha provveduto alla realizzazione dei carotaggi in località Mazzavacche di Vallo della Lucania, con un insensato dispiegamento delle forze dell’ordine. 

Successivamente, in data 14 gennaio u.s., il Consiglio Regionale della Campania, ha confermato in via definitiva il Piano Regionale dei Rifiuti già approvato dalla Giunta e pubblicato sul BURC n. 80 del 27.12.2011, che, in ossequio alla normativa sia nazionale che comunitaria, esclude la possibilità di realizzare discariche e qualsiasi tipo di impiantistica all’interno dei Parchi e delle loro Aree Contigue.

L’Amministrazione Comunale di Vallo della Lucania, nella seduta del Consiglio Comunale del 21 gennaio u.s. ha, di conseguenza, preso atto dell’impossibilità di ospitare il Polo Ecologico, alla luce dell’approvazione del menzionato Piano Regionale dei Rifiuti. 

Tale Piano risulta “funzionale all’adempimento delle prescrizioni contenute nella sentenza di condanna del 04/03/2010 con la quale la Corte di Giustizia europea, in ordine alla procedura di infrazione n. 2195/2007, ha condannato la Repubblica italiana per essere venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza degli artt. 4 e 5 della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 5 aprile 2006, 2006/12/CE relativa ai rifiuti (GU L. 114)”.

Rappresenta, pertanto, in modo esplicito, lo strumento attraverso il quale la Regione Campania intende uscire definitivamente dallo stato emergenziale che, ai sensi dell’Art. 19 del Decreto Legge 23 maggio 2008, n. 90 (convertito con modificazioni dalla Legge 14 luglio 2008, n. 123), risulta formalmente cessato il 31 dicembre 2009. 

In modo palesemente contradditorio con quanto sopra precisato, il Governo, con Decreto Legge n.2 del 25 gennaio 2012, ha, tuttavia, nuovamente emanato una normativa emergenziale, ennesima vergognosa negazione di ogni Stato di Diritto nella Regione Campania, con la quale si prevede l’attribuzione dei poteri straordinari ai Commissari nominati dal Presidente della Regione, con conseguente possibilità di deroga a qualsiasi normativa vigente, compresa quella dettata in materia di tutela paesaggistico e ambientale nelle Aree Protette, nonché delle stesse direttive UE in materia. 

Alla luce delle considerazioni sopra svolte, dei pericoli conseguenti all’emanazione del suddetto Decreto e tenuto conto dei compiti istituzionali affidati alle S.S.V.V. in qualità di rappresentanti dell’Ente Parco e della Comunità del Parco, si chiede di:

  • convocare quanto prima la Comunità del Parco affinché revochi, con effetto immediato, la delibera n. 6 del 14.12.2011, per tutti i motivi sopra esposti;
  • esprimere, con apposita delibera, la contrarietà del Consiglio Direttivo dell’Ente Parco, in ossequio alla normativa comunitaria, nazionale e regionale, alla realizzazione di discariche e di qualsiasi tipo di impiantistica industriale per il trattamento dei rifiuti, al fine di sancire, in modo definitivo, un principio valido all’interno di tutta l’Area Protetta e delle sue Aree Contigue;
  • di volersi attivare, in nome dell’autonomia richiesta e nell’interesse a proporsi quale laboratorio di pratiche ecologiche sostenibili, per l’elaborazione di uno studio tecnico scientifico, con relativo programma economico, finanziario e temporale che, attraverso l’individuazione di criteri ottimali dal punto di vista sociale, ambientale, localizzativo e delle tecnologie più evidentemente compatibili con i valori differenziati dell’Area Protetta (culturali, ambientali, paesaggistici, storici, archeologici e percettivi), formuli una proposta di programma mirata alla riduzione progressiva della produzione ed al trattamento dei rifiuti secondo i principi delle cosiddette 4R (riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero), puntando prioritariamente al compostaggio, sia domestico che di comunità, ed a una sempre maggiore percentuale di raccolta differenziata.

Ad ogni buon conto, si ribadisce quanto già proposto dal Comitato “Cilento oltre il Rifiuto” (movimento nato in seguito alle proteste che hanno interessato la sciagurata proposta di Laurito), sulla scorta delle stesse valutazioni effettuate dalla Regione Campania nel Piano Regionale dei Rifiuti, sopra richiamato: l’eventuale impiantistica, se necessaria, per le ovvie ragioni già ricordate, deve essere collocata in una esistente area industriale (le cc.dd. A.S.I., Area di Sviluppo Industriale), già adeguatamente attrezzata in ordine alla necessaria dotazione infrastrutturale di supporto.

In ultimo, ma non infine, chiediamo a tutte le autorità in indirizzo di impugnare il citato D.L. del 25 gennaio u.s. che mortifica la tutela prevista da norme nazionali, regionali e comunitarie poste a garanzia del nostro territorio, esponendolo al rischio gravissimo ed irreparabile di veder insediate discariche, inceneritori e impianti industriali, in palese contrasto anche con le stesse finalità che hanno ispirato il recente Piano Regionale dei Rifiuti.     

Si richiama l’attenzione sull’avvenuta presentazione di ben due interrogazioni parlamentari con le quali si è sollecitato un chiarimento in merito all’insensata proposta di realizzare un impianto industriale (di grandissimo e irreversibile  impatto) e un connesso sito di smaltimento (alias discarica) in un’Area Parco. 

Si confida nella sensibilità e nell’impegno delle S.S.V.V., ciascuno per quanto di competenza, a voler evitare la realizzazione di uno scempio ambientale che si pone in inequivocabile contrasto con la scelta strategica di istituire un’Area Protetta nel nostro territorio, quale virtuoso modello di sviluppo ecosostenibile, che ha già visto il riconoscimento di Patrimonio Mondiale UNESCO (come paesaggio culturale), Riserva di Biosfera, Geoparco, patria della Dieta Mediterranea, anch’essa riconosciuta quale Patrimonio Immateriale e Culturale dell’Umanità. 

Con osservanza.

Vallo della Lucania, 31 gennaio 2012 

                                                                                                Coordinamento

                 “Nove Gennaio Duemiladodici”
                          Felice Pugliese

Il Coordinamento “Nove Gennaio Duemiladodici” raccoglie il dissenso della comunità vallese e cilentana e di diversi gruppi associativi del territorio alla proposta del Polo Ecologico di Vallo della Lucania e si propone quale portavoce delle istanze territoriali interessate a confrontarsi sulla problematica della gestione dei rifiuti in Campania e nel Cilento in particolare.

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