Sala Consilina: azienda va male, imprenditore si uccide. Vescovo: «Non siamo nessuno per giudicare»

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Sala Consilina: azienda va male, imprenditore si uccide. Vescovo: «Non siamo nessuno per giudicare»

La crisi e i debiti soffocano la sua azienda. E dopo mesi di ricerca di un aiuto o di un sostegno finanziario, un imprenditore edile di 53 anni, Michele D’Aloia di Sala Consilina, ha deciso di togliersi la vita. E si è impiccato nello scantinato della sua azienda. Lasciando, vicino al suo corpo, un biglietto di scuse per la sua famiglia, nel quale ha scritto quanto successo negli ultimi tempi e come il peso della situazione non fosse più sopportabile per chi come lui aveva dedicato una vita intera al lavoro. L’imprenditore da tempo non riusciva a risollevare le sorti della sua azienda che per anni aveva dato lavoro a diverse persone. Il corpo senza vita dell’uomo è stato rinvenuto dai familiari. Inutile l’immediato intervento dei soccorritori dell’Humanitas di Sala Consilina allertati dai congiunti dello sfortunato imprenditore. Sull’accaduto indagano i carabinieri della compagnia di Sala Consilina.

L’ultimo saluto Saranno celebrati giovedì mattina, alle 10:30, nella chiesa di Sant’Antonio a Sala Consilina, i funerali dell’imprenditore. Michele D’Aloia, originario di Teggiano, viveva con la moglie ed era padre di tre figlie. La notizia del suicidio ha sconvolto l’intero comprensorio. «Era una brava persona – racconta un suo amico al quotidiano ‘La Città’ – e so che non aveva debiti, forse un gesto simile lo ha compiuto a causa della diminuzione dei guadagni e per paura di dover contrarre debiti senza avere la certezza di poterli poi ripianare». «E’ una tragedia che colpisce tutta la nostra comunità – ha dichiarato il sindaco di Sala Consilina Gaetano Ferrari al quotidiano on-line Ondanews -, se non usciamo dalla crisi che attanaglia il nostro Paese, la disperazione della gente potrà portare al compimento di gesti inimmaginabili. A nome di tutta la cittadinanza esprimo il mio cordoglio alla famiglia dell’imprenditore e la vicinanza da parte di tutta la città».

Il vescovo Intanto dalla diocesi di Teggiano-Policastro arrivano le parole del vescovo Antonio De Luca. L’intervista è stata rilasciata alla testata ondanews.it e la riportiamo di seguito:

Domanda: «Eccellenza, ancora una volta il territorio della diocesi di Teggiano-Policastro viene scosso da una tragedia di così grande portata».
Risposta: «Di fronte a tali tragedie rimaniamo scossi ed attoniti. Noi, però, non siamo nessuno per giudicare. In questi casi tutti noi, indistintamente, siamo chiamati ad una profonda riflessione, ma ripeto, non cadiamo nella tentazione di giudicare».

Domanda: «Da questa vicenda emerge la forte preoccupazione di un genitore di non poter assicurare un futuro ai propri figli».
Risposta: «Certamente anche la Chiesa deve sapere meglio intercettare i bisogni della gente e quando si arriva a compiere un gesto estremo, vuol dire che tutto ciò che prima poteva essere fatto non è stato fatto.  Però, di fronte a tragedie così grandi, non possiamo che fare, tutti, una profonda riflessione e stare, prima di tutto,  quanto più possibile vicini a questa famiglia. E’ troppo facile dire che nella vita bisogna lottare dolorosamente e che il gesto estremo del suicidio non è la soluzione del problema. Invece dobbiamo, purtroppo, prendere atto di quanto è successo ed impegnarci nell’elaborare strategie adeguate per fare sentire meno sole le persone e cercare di intercettarne le difficoltà ed i bisogni.  Solo se riusciamo ad individuare le solitudini, se riusciamo a costruire reti di solidarietà e di condivisioni, possiamo costruire relazioni di affetti e, soprattutto, percorsi  di fiducia e di speranza».

Domanda: «Un richiamo particolare a qualcuno, Eccellenza?».
Risposta: «No. Le solitudini vanno combattute da tutti. Da tutti, nessuno escluso. A cominciare ovviamente dalla Chiesa, ma nessuno può e deve chiamarsi fuori».

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