Il drammaturgo partenopeo Enzo Moscato nel Vallo di Diano: il Giornale del Cilento ne ha parlato con Giancarlo Guercio

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Il drammaturgo partenopeo Enzo Moscato nel Vallo di Diano: il Giornale del Cilento ne ha parlato con Giancarlo Guercio

Si è svolto sabato, presso il laboratorio di arti sceniche di Silla di Sassano, l’incontro con Enzo Moscato, il drammaturgo partenopeo. Alla lezione, voluta dall’attore e regista valdianese Giancarlo Guercio, hanno preso parte gli allievi del corso di arti sceniche ed espressione teatrale diretto da Guercio, e i vari rappresentanti delle istituzioni locali, fra i quali il sindaco di Sassano, Tommaso Pellegrino e il sindaco di Monte San Giacomo e presidente della Comunità Montana Vallo di Diano, Raffaele Accetta.

Il Giornale del Cilento ha raccolto le emozioni di Giancarlo Guercio.

“Avere un artista del calibro di Enzo Moscato al proprio laboratorio teatrale è una sensazione inspiegabile, soprattutto per chi, come me, si è un po’ formato su quel tipo di drammaturgia e ne ha apprezzato da sempre gli stili e le forme. Moscato è un artista davvero completo. E’ di fondo un intellettuale capace di trasferire le sue conoscenze a modo suo, scenicamente, con la lingua della scena o, meglio ancora, con il suono, il phonè! Lui è tutto una musica.. quando gesticola lo fa seguendo un canone musicale che tu puoi vedere.. sembra tocchi le note di un pentagramma.. così la sua voce, che poi non è quella dei suoi personaggi ma proprio la sua.. e che per un inspiegabile magia che si chiama teatro lui la trasferisce ai suoi personaggi o per continuare il gioco a modo suo, la cerca nei suoi personaggi, nelle sue figure per farle diventare in qualche modo universali. Come nel tragicomico.

L’incontro con Moscato è stata un’occasione per me e gli allievi che lo hanno seguito un momento di crescita culturale  e teatrale. Un momento unico e per certi versi irripetibile. Durante la lezione ha tracciato i momenti più salienti della sua esperienza teatrale, da quando ha lasciato l’insegnamento scolastico (nel 1981) per dedicarsi completamente all’arte scenica. Tra i momenti più emozionanti e interessanti certamente quello in cui ha ricordato la figura della madre che faceva il mestiere della sarta, arte che lui ha trasferito in scena, laddove le sue figure “deportate” (direbbe Enrico Fiore) sono state cucite con gusto e maestria ad una trama che il destino dell’immaginazione le ha affidato.

Ma anche le scelte di rottura e per certi versi, prosecuzione di una tradizione teatrale importante (come quella di Eduardo) nel suo ormai noto assioma TRAD-TRAD-TRAD (tradizione-traduzione-tradimento) che intende sostanzialmente la capacità di reinventarsi costantemente, un perenne e perpetuo rinnovamento, riutilizzo, smontaggio e rimontaggio della produzione artistica.
a seguito della lezione di laboratorio Enzo Moscato ha partecipato al seminario tenutosi a Buonabitacolo dal tema: “Lo stupore: essenza necessari per il processo culturale” rimanendo profondamente colpito per la presenza e per la tipologia degli interventi. In un secondo momento ha dichiarato che era dalla fine degli anni ’80 che non partecipava a momenti culturali così interessanti e ben curati.

Una ragione d’orgoglio in più per chi ha organizzato l’evento: soddisfazioni ampissime, il cuore traboccante di gioia perché queste sono occasioni che devono verificarsi con maggiore frequenza, perché c’è il desiderio profondo di ricostruire una socialità fondata sulla cultura e su termini valoriali importanti”.

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