Muore a 17 anni per una diagnosi sbagliata, l’ospedale si difende: «E’ arrivato in condizioni gravissime»

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Muore a 17 anni per una diagnosi sbagliata, l’ospedale si difende: «E’ arrivato in condizioni gravissime»

Riflettori sempre accesi sulla morte di Giuseppe Curto. Il giovane di Futani è deceduto giovedì notte al San Luca di Vallo della Lucania dopo che il medico curante gli aveva diagnosticato una semplice influenza. Luciano Trivelli, medico di Montano Antilia fra gli indagati per la morte del giovane scelto dalla zia dopo la diagnosi errata del primo dottore, ha accompagnato Giuseppe all’ospedale dopo un’accurata visita. «Trivelli è stato il dottore – dice la zia del ragazzo – che ha capito la gravità della situazione». Giuseppe molto probabilmente è morto con una pericardite, cioè liquido al cuore, e un linfonodo al collo. Probabilmente però, perchè toccherà al medico legale Luigi Mastrangelo svelare le cause del decesso dopo aver sottoposto la salma del 17enne all’esame autoptico. La data dell’autopsia verrà stabilita venerdì dal sostituto procuratore Valeria Palmieri.

«I nostri medici hanno operato secondo la regola e fatto il possibile per salvare il giovane arrivato in ospedale in condizioni gravissime». Sono queste le parole di Pantaleo Palladino, il direttore dell’ospedale San Luca di Vallo. Il giovane è arrivato al presidio ospedaliero giovedì pomeriggio accompagnato da Luciano Trivelli, il medico che lo aveva visitato. Palladino difende medici e infermieri: «Il ragazzo aveva una compromissione tra cuore e torace – spiega il dottore – i medici sono intervenuti subito svuotando il liquido al cuore, ma purtroppo il muscolo di Giuseppe non ha retto». Toccherà comunque all’autopsia svelare il mistero del decesso del giovane. Potrebbe esserci l’ipotesi di una responsabilità preventiva al ricovero che farebbe cadere la colpa sul medico curante che ha diagnosticato a Giuseppe una semplice influenza da curare con areosol e riposo. Oppure l’esame autoptico incolperà i medici e i sanitari del San Luca.

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