Torre Orsaia, il presepe vivente con cento figuranti e un migrante nei panni di uno dei Re Magi

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Torre Orsaia, il presepe vivente con cento figuranti e un migrante nei panni di uno dei Re Magi

Oltre cento figuranti, capanne e ambientazioni tradizionali. E’ il grande presepe vivente realizzato e andato in scena a Torre Orsaia giovedì 4 gennaio, e che ha fatto vivere a pieno la magia del Natale nel piccolo borgo cilentano. Un presepe vivente diventato non solo ‘multiculturale’, grazie alla presenza di un giovane migrante arrivato dal Ghana, ma anche ‘attento’ perché alla sacra rappresentazione  hanno preso parte anche alcuni pazienti della struttura del Sir di Castel Ruggiero. In totale sono stati cento i figuranti, rigorosamente in abiti d’epoca che hanno evocato scene di vita quotidiana e antichi mestieri.

Una terza edizione sorprendente, organizzata dall’associazione Laurenziana (la stessa che organizza la rievocazione storica di San Loreno) con il patrocinio della Parrocchia di San Lorenzo Martire, con il parroco don Pasquale Pellegrino, il Comune di Torre Orsaia, l’associazione onlus Carmine Speranza e la Fondazione Pietro De Luca. E così la rievocazione della Natività nel centro storico di Torre è diventata una storia che dall’Annunciazione arriva ai re Magi. Uno di loro interpretato da Joe, un giovane migrante ghanese ospite dello Sprar. Il presepe si è snodato in un percorso lungo tutto il centro in uno scenario unico, in un percorso molto realistico, durante il quali sono stati allestiti anche alcuni punti ristoro con pizziddi fritti, pane e caciocavallo e vino. Una Betlemme ricostruita in Cilento, popolata da mercanti, artigiani e pastori, con le stesse atmosfere e gli stessi sapori di 2000 anni fa.

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