Il Cilento fa le scarpe a Boccaccio, nel film dei fratelli Taviani Scamarcio e Rossi Stuart indossano scarpe firmate Visani

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Il Cilento fa le scarpe a Boccaccio, nel film dei fratelli Taviani Scamarcio e Rossi Stuart indossano scarpe firmate Visani

Meraviglioso Boccaccio, meravigliose scarpe. Quelle ai piedi di Lello Arena, Paola Cortellesi, Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak e Jasmine Trinca  sono state realizzate in Cilento, precisamente a Caselle in Pittari. Protagonista principale nel Decameron dei fratelli Taviani, infatti, è la passione di Alberto Visani, toscano di nascita e cilentano di adozione, che da dieci anni lavora alla creazione di calzature medievali. E lo fa insieme alla moglie e alla figlia. «Tutto è nato un po’ per caso, un po’ per necessità. – spiega ai microfoni del giornale del Cilento – Anni difficili per la mia attività, colpa della concorrenza delle aziende straniere, quelle dell’Est e della Cina per esempio. Poi dieci anni fa mi è stato chiesto di realizzare delle scarpe per una gara di arcieri in costume ambientata a Caselle in Pittari. Mi sono buttato su questo settore di nicchia perché non riuscivo a tenere il passo delle altre aziende della grossa produzione delle scarpe in genere. Sono un piccolo artigiano, non ho l’indole del grande imprenditore. Però ho subito capito che questa strada avrebbe potuto darmi una possibilità e soddisfazioni. Così è stato».
Oggi 30 paia di scarpe sono finite ai piedi di attori del calibro di Scamarcio e Arena, sul set dell’ultimo film di Paolo e Vittorio Taviani. «All’inizio ho pensato a uno scherzo – ha aggiunto Alberto – Alexandra Toesca, costumista che ha vestito anche i personaggi di film come Caos Calmo, con Nanni Moretti, vuole le mie scarpe per il nuovo film dei fratelli Taviani. Duecento paia da preparare in un mese: ma in tre come si fa? Ciononostante ha voluto che fossi io a realizzare le scarpe per i protagonisti, e così con un accordo, lavorando notte e giorno, io e le mie signore ne abbiamo preparato 30 paia». Per Alberto, però, questo ingaggio non è stato una sorpresa. «Ero consapevole che prima o poi sarebbe arrivato, – spiega Alberto – perché nell’ambito della rievocazione storica sono già conosciuto da qualche anno e speravo che prima o poi qualcuno di grosso si accorgesse di noi». Anche se, a dirla tutta, già il noto costumista di Castellabate, scomparso pochi mesi fa, Arminio Tavola, è stato il primo a dargli fiducia e ad apprezzare le sue creazioni, portandole in giro per il mondo. 

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