Mastrogiovanni, prima udienza del processo d’Appello: la requisitoria il 10 aprile

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Mastrogiovanni, prima udienza del processo d’Appello: la requisitoria il 10 aprile

Prima udienza del processo in Corte d’Appello a Salerno per la morte di Franco Mastrogiovanni per cui sono stati condannati in primo grado i sei medici del reparto psichiatrico del San Luca, di turno nei giorni in cui il maestro elementare di Castelnuovo Cilento è stato ricoverato. E’ stata l’udienza, durata da mezzogiorno circa fino alle tre del pomeriggio di martedì, – a due anni dalla sentenza del giudice del tribunale di Vallo della Lucania – in cui i due giudici hanno presentato il caso. La requisitoria del procuratore generale si terrà il 10 aprile. Il primo giudice ha illustrato il contenuto della sentenza di primo grado, che ha condannato a pene varie i medici coinvolti nella morte di Franco, mentre ha assolto gli infermieri. Anche per il giudice la principale prova è costituita dal filmato, dalle immagini del sistema di videosorveglianza interno al reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania. Il giudice ha ammesso che Franco «dopo aver mangiato un panino si è addormentato e mentre dormiva è stato contenuto ai quattro arti e poi non è stato mai più slegato». Poi ha fatto cenno anche alla posizione assunta dal pm d’udienza le cui tesi non sono state recepite dal presidente del tribunale di Vallo. Il pm d’udienza, infatti a differenza del pm che ha svolto le indagini, non ha chiesto la condanna per sequestro di persona, mentre la condanna in primo grado, tra l’altro, è stata per sequestro di persona oltre a quella per morte derivante da sequestro e falso ideologico. Sempre il giudice Ferrara ha illustrato il contenuto dell’appello presentato sia dalla Procura di Vallo della Lucania che dalle parti civili (familiari e associazioni). 

 Il secondo giudice, dopo una breve interruzione dei lavori, in circa due ore, ha illustrato gli appelli presentati dai medici condannati in primo grado e da due associazioni costituitesi parte civile. La difesa, anche in appello, continua con le argomentazioni difensive già illustrate in primo grado: «La vittima non è morto per embolia polmonare ma per una morte improvvisa. La contenzione cui è stato sottoposto Franco per circa quattro giorni è stato un atto medico pienamente legittimo e cosi via». Invece l’associazione milanese Movimento per la giustizia Robin Hood, oltre alla condanna anche degli infermieri, ha chiesto che la Procura riapra le indagini per i fatti che si sono svolti prima dell’ingresso di Mastrogiovanni nel reparto di psichiatria con l’incriminazione di alcuni soggetti che hanno deposto durante il dibattimento di primo grado. La requisitoria del procuratore generale si terrà il 10 aprile.

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