Dal Cilento a Brooklyn, il successo gastronomico di Giuseppe Viterale:«Qui è importante come lo fai, non cosa fai» (VIDEO)

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Dal Cilento a Brooklyn, il successo gastronomico di Giuseppe Viterale:«Qui è importante come lo fai, non cosa fai» (VIDEO)

Giuseppe Viterale, originario di Rofrano, vive a New York da 26 anni circa dove è emigrato dopo essersi laureato in architettura all’università della Sapienza di Roma. Giuseppe e la moglie Ornella cercano sempre di tenere molto alto il nome del Cilento negli Stati Uniti e ci stanno riuscendo proponendo ciò che è la nostra tradizione culinaria, una frase in quest’intervista telefonica con gli USA riecheggia forte per il significato che vuole esprimere “In America non importa quello che fai, ma come lo fai”.

Giuseppe come mai dopo la laurea si è trasferito in America?
«Il motivo per cui sono emigrato è che non riuscii a superare l’esame di stato per l’abilitazione alla professione e la sessione successiva era ad Aprile. A ciò aggiungi che a quel tempo ero impegnato in modo appassionato nelle piccole beghe di politica locale che non mi permettevano di concentrarmi sul mio futuro. Allora decisi di andare in un posto dove non conoscevo nessuno e neppure la lingua e ritornare in Italia per sostenere l’esame e fare l’architetto a Rofrano.»

Quindi è stato solo per pochi mesi in America e poi è tornato a Rofrano per l’esame di abilitazione. Dopo come è andata a finire?
«Questo è successo a settembre del 1987, nel frattempo conobbi mia moglie, superai l’esame di stato, mi iscrissi all’ordine degli architetti di Salerno e ritornai in America. Inizialmente ho fatto l’architetto per una grande impresa di costruzioni ma era un lavoro che non mi dava quelle soddisfazioni sociali che desideravo.»

A quel punto ha pensato bene di cambiare lavoro e modo di vivere, giusto?
« In America non importa quel che fai ma come lo fai. Cosi mi buttai nella ristorazione a Manhattan ed ebbi subito successo, tanto da iniziare ad investire in immobili e nel giro di pochi anni avevo 30 appartamenti ed anche 4 figli maschi.»

Di cosa si occupa nel suo ristorante?
« Nella ristorazione mi occupo delle pubbliche relazioni con i clienti e non della cucina. Giusto per nominare alcuni clienti: Robert De Niro, Diana Ross, la principessa Máxima di Olanda, Sarah Ferguson, Chelsea Clinton, Marvin Bush, Bryan Jhonson della band ACDC.»

Questo è successo qualche anno fa, poi dopo come è andata?
«Nel 2007 decisi di comprare un grande ristorante vicino al Plaza Hotel e Four Seasons  dove gli affitti sono proibitivi, in questo investimento persi una fortuna ma non mi diedi per vinto.»

Cosa è accaduto negli ultimi anni?
«Tre anni fa ho aperto un piccolo ristorante leggermente fuori Manhattan chiamandolo “Ornella Trattoria Italiana” come mia moglie, ed  oltre a servire dei piatti comuni della cucina italiana decisi di introdurre i piatti, ricordi della mia infanzia a Rofrano, che in nessun ristorante americano si possono assaggiare, naturalmente rivisitati a modo mio.»

Cosa ha reso famoso “l’Ornella”?
 «Soprattutto le paste, fatte con farine diverse, forte dei ricordi di mio padre che ha avuto i mulini a Rofrano per trent’anni, dove si macinava di tutto. A Rofrano si fanno i “triddi ri castagna” ed io ho rielaborato questo piatto con salsa di pistacchio che tanto successo sta avendo»

Questo è il segreto del suo successo, amore per la sua terra e ricordi di infanzia. Quali altri piatti ha fatto conoscere agli americani?
«Un mio viaggio a Cicerale mi ha fatto riscoprire i ceci che sono un super alimento ed allora faccio una pasta di farina di ceci che è senza glutine. Ho introdotto anche il sanguinaccio che è una delizia cilentana su cui ha ampiamente parlato il New York Magazine. Per non parlare della versione cilentana del “casu marzu” sardo,  il “casu pigliatu ri guagliu” che è una prelibatezza ed è stata ripresa dal New York Times.

Adesso invece è arrivata ABC7, una delle più grosse emittenti televisive negli USA che ha dedicato oltre due minuti al suo ristorante con un servizio davvero bello. Ho notato che nel suo intervento ha parlato di Cilento.
«Tengo sempre a specificare ai critici gastronomici che il Cilento non è Napoli e neppure Salerno ma, una regione molto estesa montuosa e costiera con una propria tradizione e cultura gastronomica».

Guarda il video sul servizio mandato in onda dalla televisione americana ABC7

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