«Mio padre quasi cieco è in carcere senza una gamba». Carmela Rosciano inizia lo sciopero della fame

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«Mio padre quasi cieco è in carcere senza una gamba». Carmela Rosciano inizia lo sciopero della fame

Angelo Rosciano è rinchiuso nel carcere di Poggioreale, a Napoli, con un quadro clinico precario. L’uomo, infatti, ha 60 anni, è di Sala Consilina e combatte da tempo con il diabete. La figlia Carmela ha iniziato da quasi un giorno lo sciopero della fame insieme ad uno degli esponenti dei Radicali di Salerno. «Per continuare a vivere Angelo – sostiene la figlia – ha bisogno di essere scarcerato». Un appello è stato rivolto anche al presidente della Repubblica e al ministro della Giustizia.

Salute Il diabete è una malattia terribile. Angelo ha perso una gamba, rischia di perdere l’altra. Non vede da un occhio. Vive su una sedie a rotella perché non può portare – per motivi di sicurezza – la protesi in carcere. Vive con altri quattro detenuti in condizioni simili, in una cella di pochi metri quadrati. Se non deambula rischia di morire.

Sciopero Per questo motivo la figlia, Carmela, ha iniziato lo sciopero della fame insieme al segretario dei Radicali di Salerno, Donato Salzano. Salzano affiancherà, anche, il leader Radicale Marco Pannella che sta invece portando avanti lo sciopero della sete, a sostegno del messaggio di Napolitano alle camere per amnistia e indulto. Dalla mezzanotte che ha diviso martedì e mercoledì, Carmela non mangia più.

L’appello Una lettera dove c’è descritto il caso Rosciano è stata inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri sempre dalla figlia. In una missiva scritta il 20 dicembre 2013  denuncia «la drammatica situazione» di suo padre, detenuto presso il padiglione San Paolo. «A causa di una sentenza per ricettazione scaturita da un processo il cui inizio risale a ben 15 anni fa – spiega al quotidiano notiziarioItaliano.it – nel lungo periodo a nostra insaputa senza difesa, nell’aprile del 2012 mio padre viene arrestato. La tragica vicenda lo ritrova all’età di 60 anni in una drammatica situazione di salute». «Le sue precarie condizioni di salute – sottolinea in uno dei passaggi della lettera pubblicata da notiziarioitaliano.it – non gli permettono la detenzione nella casa circondariale di Sala Consilina suo paese di origine e ne derivano il trasferimento al carcere di Poggioreale fornito di un’area clinica la cui precarietà è aggravata dal penoso problema del sovraffollamento che attribuisce al detto carcere il triste primato europeo di più affollato d’Europa».

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