Rogo Eripress, «salvare il posto di lavoro dei 47 dipendenti»: faccia a faccia tra sindaci e sindacati

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Rogo Eripress, «salvare il posto di lavoro dei 47 dipendenti»: faccia a faccia tra sindaci e sindacati

Continua a far discutere il ‘calvario’ dei 47 operai cassaintegrati dell’Eripress di Cicerale. Lunedì presso l’aula consiliare di Agropoli si è tenuto un primo faccia a faccia tra i sindacati e i sindaci del comprensorio.Una riunione importante finalizzata a individuiare possibili vie d’uscita in grado di preservare i posti di lavoro dei 47 dipendenti che vedranno scadere il prossimo 12 agosto l’ammortizzatore sociale e quindi perdere definitivamente la sicurezza di uno stipendio.

Al faccia a faccia erano presenti il primo cittadino di Agropoli Franco Alfieri, il sindaco di Cicerale Francesco Carpinelli, Franco Palumbo, Michele Apolito e il vicesindaco di Capaccio Paestum Nicola Ragni. Nel corso dell’incontro si è evidenziata l’esigenza di creare un più ampio tavolo di lavoro per avere un confronto risolutivo che metta in sicurezza i ‘posti’ dei dipendenti Eripress. «L’ideale – dichiarano i presenti – sarebbe un confronto con Provincia di Salerno, Confindustria e Assoindustria».

Un passo indietro Mercoledì 4 aprile 2012, intorno alle 9,00 un vasto incendio interessa lo stabilimento Eripress di Cicerale, un incendio che stando alla ricostruzione degli inquirenti sarebbe stato scatenato da un corto circuito all’impianto elettrico dei pannelli fotovoltaici installati sul lastrico solare o da problemi con la messa in opera dell’impermeabilizzante per il tetto della struttura. Sul posto giungono immediatamente carabinieri e vigili del fuoco che lavorano allo spegnimento delle fiamme e a far luce sulla dinamica del fatto. Alcune ambulanze, inoltre, intervengono per soccorrere alcuni dipendenti leggermente ustionati. Il vasto incendio, inoltre, causa una nube tossica di rilevanti proporzioni che si posiziona su di un area occupata da una scuola elementare prontamente evacuata. A questo punto è allarme ambientale. Dopo i controlli di rito, però, arrivano le risultanze dell’Agenzia regionale per la tutela ambientale sui prelievi effettuati: «Gli inquinamenti ambientali misurati sono nei limiti di accettabilità del rischio», si legge nella nota. E’ scongiurato, quindi, il pericolo di un disastro ecologico, possono tirare un respiro di sollievo, così, i cittadini dei cinque comuni coinvolti nell’incendio della fabbrica rimane adesso in piedi la ‘pratica’ dei 47 operai a rischio disoccupazione.

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